Il professor Giuseppe Conte potrebbe tornare a insegnare all’università già dal 22 febbraio, inizio del secondo semestre dell’anno accademico. “Il professore Giuseppe Conte ha portato il suo contributo al servizio del Paese e lo ha fatto con grande competenza e con una precisa statura morale.
Ha svolto il suo compito di presidente del Consiglio al meglio, come gli ha sempre richiesto l’alto ruolo ricoperto”, ha detto all’Adnkronos il professore Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze, Ateneo dove il capo del governo uscente è professore ordinario di diritto privato presso il Dipartimento di Scienze giuridiche. (Continua..)
L’incarico di presidente del Consiglio dei Ministri svolto da Conte, sottolinea il rettore Dei, ha dato “sicuramente lustro alla nostra Università ed ha rappresentato un elemento di orgoglio per l’Ateneo”. “La nostra Università ha avuto ed ha docenti in ruoli importanti della vita pubblica – ha aggiunto il rettore Dei –
Contribuire al funzionamento delle massime istituzioni repubblicane con i nostri docenti è ovviamente motivo di lustro e di orgoglio e lo è stato anche nel caso del professor Conte”. Ora che il mandato governativo si avvia alla conclusione, per il professore Conte sarà automaticamente reintegrato nella vita accademico-universitaria. (Continua..)
In base alla legge 383 del 1980, un docente che assume la carica di presidente del Consiglio, ha ricordato il rettore Dei, entra in aspettativa obbligatoria. Una volta che la Presidenza del Consiglio comunicherà al Rettorato la decadenza dalla carica, Conte riprenderà automaticamente possesso della sua cattedra universitaria.
In teoria, il professore Conte potrebbe tornare a svolgere attività didattica già dal 22 febbraio, inizio del secondo semestre dell’anno accademico. Ma questo sarà tutto da vedere in base alla programmazione annuale del suo insegnamento. Nel caso in cui non fossero previste lezioni per la sua cattedra, Conte si dedicherà alla ricerca, allo studio ed eventualmente ai colloqui con gli studenti.