Il governo Draghi ragiona intorno all’idea di rendere obbligatorio il Green Pass per alcune categorie di lavoratori. In primo luogo i dipendenti pubblici. E poi anche per altri, in primo luogo per gli operatori dei supermercati e dei servizi essenziali. Mentre avanza anche l’idea dell’obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola. E il ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi vuole fornire agli istituti una lista del personale provvisto di Certificazione Verde Covid-19 per rendere ai presidi più veloci le verifiche. E per permettere di concentrare i controlli solo su quella parte di personale che ha un Green Pass breve da rinnovare tramite tampone ogni 48 ore. Il lasciapassare intanto va verso la proroga della scadenza.
Verso il Green Pass obbligatorio per i dipendenti pubblici
L’idea del Green Pass obbligatorio per la Pubblica Amministrazione e per garantire la continuità dei servizi è stata lanciata ieri dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa: «Il Green pass deve essere assolutamente esteso – ha detto all’Adnkronos Salute – per far tornare il nostro Paese alla normalità. Non è più accettabile che cittadini che hanno bisogno di una carta d’identità in un Comune o aziende che hanno bisogno di una certificazione debbano sentirsi rispondere dalle pubbliche amministrazioni con appuntamenti a distanza di settimane o mesi». E questo perché «Lo smart working è stato utile perché nel momento più complicato della pandemia ci ha consentito di gestire il Paese» ma «oggi io dico più Green pass, meno smart working.
Anche il pubblico impiego deve tornare a lavorare in presenza perché se vogliamo tornare a un Paese normale e a una ripresa del nostro Paese, questa deve passare anche dalla riapertura dei nostri uffici pubblici e dei nostri servizi ai cittadini, perché in alcuni casi si tratta di garantire non solo dei servizi ma dei diritti». Passaporto verde obbligatorio dunque anche per «i dipendenti del trasporto pubblico, gli operatori dei supermercati e quant’altro. Ci sono alcune categorie – ha sottolineato il sottosegretario – per le quali secondo me l’estensione dell’obbligatorietà del Green pass diventa un elemento di garanzia per far sì che il nostro Paese continui in questo percorso di graduale ritorno alla normalità.
Non possiamo permetterci di fare passi indietro». E un passo del governo in questo senso potrebbe arrivare a breve. «C’è una certa sensibilità a fare delle riflessioni e a prevedere degli ampliamenti – ha fatto sapere Costa – perché nel momento in cui lo abbiamo sdoganato come criterio di garanzia di sicurezza e di tracciabilità non vedo perché non lo si possa estendere ad altre categorie. D’altronde noi siamo partiti dal personale scolastico perché – chiarisce – è il primo appuntamento e a metà settembre non possiamo permetterci di fallire l’inizio della scuola in presenza. Ma dopo di che abbiamo altri obiettivi».
La proroga del Green Pass a un anno
Intanto la validità del Green Pass verrà estesa da nove mesi a un anno. Sarà il Comitato Tecnico Scientifico a dire la sua per orientare il governo, possibilmente entro ottobre. Ovvero quando scadranno le prime certificazioni di chi si è vaccinato all’inizio della campagna, cioè alla fine del 2020. Repubblica spiega oggi che chi lavora nelle strutture sanitarie è oggi obbligato a vaccinarsi e proprio in queste settimane stanno scattando le sospensioni per i No vax. Ma presto si porrà il problema di chi si presenterà al lavoro con la Certificazione Verde Covid-19 scaduta: nessuno pensa di poter immunizzare con la terza dose i sanitari mentre ci sono 4 milioni di over 50 ancora senza vaccino. Per questo Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici, chiede al governo di intervenire: «La validità del Green Pass è stata già allungata: all’inizio era di sei mesi. E dovranno prolungarla ancora. Capisco che si voglia procedere passo passo, ma mi aspetto il via libera. Tra l’altro il Cts ha detto che le terze dosi vanno fatte in primis alle persone con problemi immunitari».
Ma per prorogare a un anno la durata del Green Pass bisognerà coordinarsi con l’Europa, visto che pure quello europeo è valido nove mesi (ma a partire da due settimane dopo la seconda dose). E mentre Bianchi attende l’ok del Garante della Privacy per fornire ai presidi gli elenchi, Tito Boeri e Roberto Perotti chiedono oggi di introdurre l’obbligo vaccinale a scuola e nelle università: «La vaccinazione obbligatoria ridurrebbe il rischio di nuove chiusure, che avrebbero effetti devastanti su una generazione di studenti già provata. I risultati delle prove Invalsi documentano che non solo c’è stato un peggioramento generalizzato nei livelli di istruzione nelle scuole coinvolte dalla Dad (medie inferiori e superiori), ma soprattutto che i ritardi di apprendimento cumulati nell’anno scolastico sono stati fino a due volte più forti per gli studenti provenienti da contesti socioeconomici e culturali più sfavorevoli. Di fronte a questi numeri, non si può più indugiare sulla vaccinazione obbligatoria anche nelle scuole».