Con la chiusura dell’anno in avvicinamento sono partiti diversi countdown relativi agli strumenti messi in campo per la gestione dell’emergenza Covid. Tuttavia, se la fine del 2021 segnerà davvero la fine di alcuni di essi, per il Green pass potrebbe non essere davvero così. Andiamo con ordine. In primis c’è da affrontare la scadenza proprio dello stato di emergenza, fissata al 31 dicembre e senza ancora una prospettiva certa di rinnovo (che comunque con le norme attuali potrebbe arrivare solo al 31 gennaio 2022). In secondo luogo, appunto, c’è da ragionare sull’ipotetica archiviazione del Green pass “esteso”.
Green pass obbligatorio, ipotesi estate 2022
Anche l’obbligo di esibire il Qr code sui luoghi di lavoro come in ristoranti o cinema è infatti formalmente a fine corsa a dicembre. Tuttavia, nonostante i riferimenti legislativi nei decreti promulgati fino ad oggi ancorino il pass allo stato d’emergenza, la certificazione e lo status sono considerati alla stregua di «due binari paralleli» non necessariamente legati dal medesimo destino. Tant’è che tra le fila del governo si inizia già a ragionare sulla possibilità di estenderlo oltre, arrivando a marzo del 2022 o magari anche più in là, fino alle porte dell’estate. A guidare la scelta però sarà l’impatto reale della pandemia su contagi e ospedalizzazioni, e quindi si ritiene sia ancora presto decidere sulla durata effettiva.
«Siamo in una fase chiaramente interlocutoria» trapela, «ma nessuna ipotesi è esclusa». LE VACCINAZIONI:
La sola certezza in effetti, sembrerebbe proprio la proroga. Anche perché, si ragiona spesso al ministero della Salute, far passare il messaggio che dal 31 dicembre il Qr code obbligatorio sarà solo un ricordo finirebbe con avere un impatto sulle già poche prime dosi che si stanno somministrando. Per di più la campagna di vaccinazione anti-Covid, specie prendendo in considerazione le terze dosi, è tutt’altro che esaurita.
Anzi rischia di prorogarsi ancora a lungo senza che possa essere ricondotta nei canoni delle normali vaccinazioni. Se gli attesi studi sul calo della copertura anticorpale post-vaccino dovessero confermarla infatti, bisognerà rivaccinare oltre 42 milioni di cittadini. Certo suddividendoli a fasce e, stanti come ora le cose, senza che il richiamo sia obbligatorio. Ma comunque è difficile immaginare che il sistema possa reggere tranquillamente senza strumenti eccezionali.
L’IPOTESI ESTATE
Non a caso nel governo si guarda con interesse al “modello francese”. Al di là delle Alpi infatti, mentre diversi paesi europei si muovono verso un ritorno alla normalità e alla revoca delle norme speciali, l’Assemblea Nazionale – ovvero il parlamento francese – ha approvato il disegno di legge “Vigilanza sanitaria”, che estende lo stato di emergenza sanitaria fino al 31 luglio 2022 e sancisce che fino a tale data potrà rimanere in vigore l’uso del Green pass. L’ipotesi italiana di scavallare anche la primavera con la proroga del Green pass parte proprio da qui.
Arrivare all’estate potrebbe rendere più facile la sua eventuale eliminazione se i numeri della pandemia dovessero essere contenuti. Può cioè consentire una eliminazione delle restrizioni o dell’uso a scaglioni, basandosi sull’andamento dei contagi del momento. Senza essere costretti a forzature e senza, in caso di recrudescenze del virus, dover nuovamente intervenire per inasprire le misure, con le relative fibrillazioni sociali e politiche. Per ora però, al netto del fatto che si tratterà principalmente di una scelta politica qualora la pandemia appaia sotto relativo controllo come in questo momento, ancora non c’è nulla di ben definito.