In Lombardia insieme al coprifuoco dalle 23 alle 5 a partire da giovedì tornerà anche l’autocertificazione. Non appena verrà firmata l’ordinanza, chi verrà controllato fuori dalla propria abitazione negli orari non consentiti dovrà autocertificare motivi di lavoro o di comprovata urgenza per giustificare l’uscita, proprio come durante il lockdown.
Il grande ritorno dell’autocertificazione
Il Corriere della Sera spiega oggi che il Viminale fornirà le indicazioni con una circolare ai prefetti in attuazione del Dpcm 18 ottobre del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’autocertificazione sarà molto simile a quella che si utilizzava da marzo a maggio e in essa bisognerà indicare:
- il proprio nome e cognome
- i propri recapiti
- il motivo dell’uscita dalla propria abitazione dopo le ore 23
In caso di motivi di lavoro bisognerà indicare il luogo di lavoro per permettere una eventuale verifica successiva alle forze dell’ordine. Per i motivi di urgenza bisognerà specificare la destinazione e la durata dell’uscita. Anche queste affermazioni verranno sottoposte a successiva verifica da parte della polizia o dei militari. Il 25 settembre scorso era stato Aidomaggiore in provincia di Oristano a rispolverare l’autocertificazione dopo l’altissima percentuale di contagiati riscontrata: nella cittadina erano state chiuse anche tutte le attività commerciali del territorio tranne gli alimentari e i tabacchi. Intanto i ristoratori di Milano si ribellano e scendono in piazza questo pomeriggio per protestare contro la mancanza di misure che li tutelino dal coprifuoco e da un eventuale lockdown.
L’appuntamento è alle 15 e il luogo scelto non è casuale: piazza città di Lombardia, davanti alla sede della Regione. “Il nostro messaggio è rivolto proprio al presidente Fontana”, spiega all’Adnkronos, Alfredo Zini, ristoratore di Milano e presidente del Club Imprese Storiche di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. “Abbiamo deciso ieri sera di manifestare, dopo la notizia della richiesta di un coprifuoco notturno”. I ristoratori non cercano assistenzialismo, ma almeno “una riduzione delle tasse, dei tributi locali e del costo del lavoro, che ci permetta di stare in piedi”. Nell’annunciare la manifestazione, i ristoratori si dicono “stremati”. Le misure che il Governo e la Regione hanno preso fino ad oggi e che riguardano il settore produttivo di ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, discoteche, pub, gelaterie e locali serali, “sono insostenibili per la gestione ordinaria di tutto il comparto e insopportabili economicamente, Noi imprenditori ci auguriamo che i comuni non applichino restrizioni ulteriori”. (Continua…)
L’ordinanza sul coprifuoco in Lombardia
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, durante il programma ‘L’imprenditore e gli altri’ su Cusano Italia Tv ha spiegato che il coprifuoco in Lombardia “è necessario perché la situazione è esplosiva. Ne abbiamo parlato nel Comitato tecnico scientifico della Regione Lombardia venerdì scorso e avevamo già fatto presente al presidente Attilio Fontana questa esigenza, in considerazione della situazione che nella regione è esplosiva”. Le terapie intensive “sono ancora abbastanza vuote – continua Pregliasco – ma visto questo crescendo ormai esponenziale, bisogna prendere delle iniziative forti, una svolta rispetto ad un dpcm che ha tenuto conto delle doverose mediazioni. Il coprifuoco dalle 23 alle 5 e la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica sono restrizioni necessarie, per evitare che possa accadere in futuro qualcosa di ancora peggiore, anche se queste iniziative creeranno dei guai ad alcune tipologie di attività”. Poi ha aggiunto che la richiesta del coprifuoco dalle 23 alle 5 fatta dalla Regione Lombardia al governo “credo non sia del tutto sufficiente per Milano”
Quanto alle scelte prese nell’ultimo dpcm, “non c’è una soluzione scientifica che permetta di fare un equilibrio e quindi le scelte non sono facili – sottolinea il virologo – credo che gli ultimi dpcm siano un compromesso tra esigenze sanitarie ed economiche. Dire massimo 6 commensali a pranzo e cena è una cosa che non ha una scientificità oggettiva, è un’indicazione di massima perché più si è, più contatti ci sono e più aumentano i rischi”. Infine sui vaccini, secondo Pregliasco è possibile che vengano autorizzati alla vendita entro fine anno. “Però, al di là di alcuni lotti che sono già in produzione, la copertura vaccinale sarà enorme e necessiterà del tempo. La vaccinazione per tutti credo non ci sarà prima dell’autunno del 2021”, evidenzia. Tra l’altro ancora non si sa quante dosi serviranno, con quale frequenza andranno fatti i richiami, e quanto dura l’immunità in chi ha avuto il virus. “Ci sono 22 casi accertati di reinfezione – conclude Pregliasco – Su questi aspetti brancoliamo ancora abbastanza nel buio. È possibile, considerando le caratteristiche di questo virus, che bisognerà fare dei richiami, non sappiamo se ogni anno come avviene con l’influenza”. Nel dettaglio, la stretta di Fontana prevede:
- Da giovedì, con l’entrata in vigore della nuova ordinanza, in Lombardia tutte le attività dovranno cessare alle 23. Una chiusura anticipata rispetto alle 24 fissate in Italia che colpisce la movida. Dalle 18 resta il servizio solo ai tavoli;
- Saranno vietati dalle 23 alle 5, sempre a partire da giovedì, tutti gli spostamenti ad esclusione di casi eccezionali: si potrà uscire di casa dunque solo per motivi di salute, lavoro o comprovata necessità. Da capire come si dovrà certificare l’uscita;
- sabato e domenica la media e grande distribuzione dovranno fermarsi in tutta la Lombardia, tranne gli esercizi dei centri commerciali che vendono generi alimentari o di prima necessità come le farmacie;
Ma quella della Lombardia potrebbe essere una scelta che interesserà via via altre parti d’Italia. Lo ha fatto capire ieri Conte: “La curva è obiettivamente preoccupante. Ci stiamo predisponendo per evitare il lockdown generalizzato, ma non possiamo escludere che se le misure non daranno effetti saremo costretti a tararle più efficacemente e arrivare a lockdown circoscritti”.