Il killer di Strasburgo ancora in fuga: “Allerta anche in Italia: ecco come riconoscerlo”

di redazione

Il killer di Strasburgo ancora in fuga: “Allerta anche in Italia: ecco come riconoscerlo”

| giovedì 13 Dicembre 2018 - 13:34

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Il killer di Strasburgo ancora in fuga: “Allerta anche in Italia: ecco come riconoscerlo”

Il killer di Strasburgo ancora in fuga: “Allerta anche in Italia: ecco come riconoscerlo”
La polizia francese ha allertato i colleghi italiani circa la fuga di Cherif Chekatt, sospettato di essere l’autore dell’attentato al mercatino di Natale a Strasburgo.

Diffuso l’identikit del presunto killer: nel comunicato diramato a tutte le unità di sicurezza si parla di un uomo di 29 anni con i capelli corti e possibilmente barbuto, un metro 80 di corporatura normale, con un segno sulla fronte.

Continua la fuga di Cherif Chekatt, sospettato di essere l’autore dell’attentato al mercatino di Natale a Strasburgo di martedì 11 dicembre, che ha provocato la morte di 3 persone e il ferimento di altre 16, tra cui l’italiano Antonio Megalizzi. Dopo la notizia diffusa dal quotidiano francese Le Parisien, che riporta la testimonianza del conducente del taxi utilizzato dal presunto killer per fuggire dopo la strage, al quale avrebbe confessato di “essere un musulmano praticante e di aver vendicato i fratelli morti in Siria”, è allerta in tutta Europa ed anche in Italia, dove potrebbe essersi rifugiato l’uomo.

La polizia francese ha pertanto allertato anche i colleghi italiani e diffuso una sua foto, chiedendo a possibili testimoni, anche fuori dai confini d’oltralpe, informazioni per riuscire a trovarlo. Nel comunicato si parla di un uomo di 29 anni con i capelli corti e possibilmente barbuto, un metro 80 di corporatura normale, con un segno sulla fronte.

Il sospetto delle autorità francesi è che Cherif Chekatt possa già aver superato i confini del Paese, diretto probabilmente in Germania, dove viveva e dove è stato avvistato l’ultima volta. Proprio al confine tra Francia e Germania la polizia ha intensificato i controlli con posti di blocchi in più punti, senza contare che proprio qui è stato condannato 27 volte per reati comuni. L’uomo “era già stato in carcere più volte”, era conosciuto “dal 2015” per la sua radicalizzazione e per questo era schedato “S” e monitorato dai servizi di intelligence francesi.

La schedatura “S” indica i soggetti pericolosi per la sicurezza dello Stato. Al momento le autorità nostrane negano che ci sia un qualche collegamento tra l’Italia e il presunto attentatore, ma l’indagine è ancora in corso e non è esclusa alcuna pista.

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