Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, si dice favorevole sia al crocifisso che al presepe negli istituti scolastici. Per Bussetti il “crocifisso è il simbolo della nostra storia e della nostra cultura: non vedo che fastidio possa dare nelle aule scolastiche, anzi può aiutare a riflettere”.
Sì al crocifisso e sì al presepe nelle scuole italiane. Questa è la posizione del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. Oggi, in occasione di un incontro con la Fidae, il ministro ha spiegato che per lui “il crocifisso è il simbolo della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni. Non vedo che fastidio possa dare nelle nostre aule scolastiche, anzi può aiutare a riflettere”. E anche sui presepi negli istituti scolastici, dopo la questione dell’obbligo sancito in Trentino, Bussetti si dice favorevole: “Fanno parte della nostra identità”, taglia netto il titolare di viale Trastevere.
Una posizione che Bussetti aveva espresso già negli scorsi giorni, sottolineando come per lui il crocifisso sia un “segno che è giusto che sia nelle aule scolastiche”. Il ministro dell’Istruzione si era fermato a parlare della proposta di legge della Lega per renderlo obbligatorio in tutte le scuole e ha precisato la sua posizione: “Io credo che sia il simbolo del nostro cristianesimo e della nostra religione cattolica”. Tanto che Bussetti ha sottolineato di averlo anche nel suo ufficio al ministero: “L’ho voluto appena entrato”.
Perché si può esporre il crocifisso nelle scuole
È più di una la normativa a cui si fa riferimento parlando della possibilità di affiggere il crocifisso nelle aule scolastiche. In particolare, ci sono due decreti di epoca fascista, uno del 1924 e uno del 1928. Alcune leggi hanno poi ribadito i principi espressi da quelle norme, come una del 1967 che estende la disposizione alle scuole medie. Ci sono poi molte sentenze, come quella della Corte europea, secondo cui “un crocifisso apposto su un muro è un simbolo essenzialmente passivo” e per questo motivo i giudici hanno respinto la richiesta di rimozione del crocifisso in una scuola di Abano Terme. Stesso parere, con motivazioni diverse, era stato dato anche dal Tar del Veneto.
Nel 2006 era stato il Consiglio di Stato a esprimersi parlando della “valenza non meramente materiale, ma altamente simbolica e inerente ai valori fondamentali di libertà” e non si può dunque considerare il crocifisso un “semplice arredo scolastico” e quindi oggetto di normative interne agli istituti. In conclusione, la presenza del crocifisso non può essere ritenuta “lesiva del principio di libertà religiosa” a rigor di legge.