«Il papà della 15enne violentata ha fatto uccidere il pedofilo»

di redazione

«Il papà della 15enne violentata ha fatto uccidere il pedofilo»

| sabato 29 Dicembre 2018 - 10:45

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«Il papà della 15enne violentata ha fatto uccidere il pedofilo»

Era il giorno dell’Epifania del 2008 quando Michela si impiccò a un albero nelle campagne di Frasso Telesino, un piccolo centro in provincia di Benevento; aveva 15 anni e da due, come la sorella, subiva le violenze di un pastore, vicino di casa e amico di famiglia. Quel pastore, Giuseppe Matarazzo, è stato ucciso il 19 luglio scorso con due colpi di pistola al cuore; ieri i sospetti subito sorti sulle cause della sua morte sono diventati concreti. Con l’accusa di essere il mandante del delitto è stato iscritto nel registro degli indagati il padre delle due ragazzine vittime degli abusi, anche lui pastore, mentre due uomini, Giuseppe Massaro, di 55 anni, e Generoso Nasta, di 30, sono stati arrestati per concorso in omicidio.

Uno avrebbe fornito la Fiat Croma usata dagli assassini, l’altro l’avrebbe guidata; sui loro conti correnti, nei giorni successivi al delitto, sono state depositate alcune migliaia di euro: la ricompensa, secondo l’accusa. Manca ancora all’appello l’esecutore materiale, che potrebbe essere rintracciato a breve. Le violenze sulle due sorelle vennero scoperte proprio in seguito al suicidio di Michela, che era uscita di casa con il pretesto di dare da mangiare alle pecore e non era più rientrata. Scavando nel suo privato, infatti, i carabinieri trovarono indizi inconfutabili nei confronti di Matarazzo, che venne condannato in via definitiva a 11 anni e mezzo di reclusione.

Scontata la condanna, nove anni di carcere, lo scorso giugno l’uomo era tornato a Frasso Telesino: un dolore grandissimo per i familiari di Michela, che lo incrociavano spesso per le strade del paese e non riuscivano a darsi pace. Così, quando la sera del 19 luglio il pastore fu ucciso davanti alla casa in cui viveva con i genitori, il pensiero corse subito a loro e in particolare al padre. Le indagini dei carabinieri hanno confermato quei sospetti.

«L’omicidio di Giuseppe Matarazzo — hanno spiegato in conferenza stampa il procuratore di Benevento, Aldo Policastro, e l’aggiunto, Giovanni Conzo — è stato compiuto sicuramente su commissione e i due arresti di oggi sono solo l’inizio, perché le indagini vanno avanti alla ricerca di un eventuale intermediario e dei mandanti». Mandanti che, secondo la Procura, sono proprio da «individuarsi nell’ambito familiare della ragazzina».

Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Flavio Cusani su richiesta del pm Francesco Sansobrino è ricostruita anche la dinamica dell’omicidio: i due assassini, a bordo della Croma, si sono avvicinati al pastore con il pretesto di chiedere alcune informazioni; lui deve averne intuito le intenzioni, perché ha cercato di girarsi e di fuggire, ma è stato freddato.

L’auto, che era stata notata da un testimone aggirarsi per le strade di Frasso Telesino con la targa coperta, è stata rintracciata dagli investigatori grazie a un sistema innovativo che consente di individuare, nel raggio di cinque chilometri, la presenza di autoveicoli dotati di Gps. Quella sera ce n’erano cinque e si è andati per esclusione; la Croma, per di più, era stata in quella zona altre due volte nei giorni precedenti. «Nessuno può farsi giustizia da sé», ha ammonito il procuratore. Policastro ha anche sottolineato «il contributo offerto dalla comunità di Frasso Telesino che non è stata omertosa o reticente, fornendo una collaborazione preziosa per gli inquirenti».

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