Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha stabilito la proroga dello stato d’emergenza al 31 marzo. Attualmente la scadenza è fissata al 31 dicembre 2021, ma il governo varerà un prolungamento della misura per tre mesi. La decisione verrà presa oggi dal Consiglio dei ministri, con un decreto ad hoc. La scelta dell’esecutivo arriva in contemporanea con l’accelerazione della campagna vaccinale, che da giovedì parte per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Al momento, secondo il premier Draghi, non ci sono insomma le condizioni per un ritorno alla normalità.
La valutazione del governo incontra l’approvazione dei leader di Pd, M5s e di Forza Italia, ma anche dei governatori azzurri e di quelli dem, come Stefano Bonaccini. Contrario invece il presidente della Conferenza delle Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga, che fa sue le perplessità del leader del Carroccio Matteo Salvini, secondo cui bisognerebbe decidere “in base ai dati”. Letta si è già espresso apertamente a favore: “Credo che la decisione sia matura, è lo strumento che ci ha consentito di non trovarci come l’Olanda”. All’interno della squadra dei ministri Draghi gode anche del pieno appoggio del ministro della Salute Speranza.
Il governo approverà un decreto, perché la misura non può più essere prorogata automaticamente oltre il 31 gennaio 2022: lo stato d’emergenza può durare due anni, scaduti i quali serve poi un passaggio legislativo in Parlamento per rinnovarlo. In questo caso lo stato d’emergenza per il coronavirus è stato dichiarato per la prima volta il 31 gennaio 2020, dal governo Conte, con una durata di dodici mesi, prorogabili per ulteriori dodici mesi, come è infatti avvenuto. In teoria quindi nel 2022 si dovrebbe tornare al regime ordinario.
Cosa cambia con lo stato d’emergenza
Con la dichiarazione dello stato d’emergenza vengono attribuiti al governo e alla Protezione Civile poteri straordinari, permettendo alle autorità di intervenire in deroga alle disposizioni vigenti. È possibile emanare norme speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge, sempre nel rispetto della Costituzione: tra queste rientrano i dpcm (basti pensare a quello che ha nominato il commissario straordinario Francesco Figliuolo) e le ordinanze ministeriali, strumenti largamente utilizzati dal governo nella gestione dell’emergenza sanitaria.
In base alla legge del 1992, lo stato d’emergenza autorizza la Protezione civile a emanare ordinanze speciali “in deroga ad ogni disposizione vigente” ma nel rispetto dei “principi generali dell’ordinamento giuridico e delle normative” europee. Da qui è nata l’istituzione del Comitato tecnico scientifico (Cts), che dal 3 febbraio 2020 affianca il governo nelle decisioni sulla pandemia, e l’emanazione di 87 ordinanze: acquisti straordinari di ventilatori e mascherine, obbligo di distanziamento, zone rosse, didattica a distanza, smart working, rientrano tra i provvedimenti fin qui adottati.
La pandemia desta ancora preoccupazione, soprattutto per la risalita dei contagi, del tasso di positività e per la diffusione della variante Omicron, sempre più presente in Europa. Secondo il testo studiato che verrà emanato oggi il governo intende prolungare per un trimestre la situazione e le regole attuali. Accanto al rinnovo della misura c’è anche il piano di Palazzo Chigi di spostare la struttura commissariale sotto la Protezione civile, affidando un ruolo al generale Figliuolo, a breve a capo del Comando operativo interforze.