Aggredito in carcere Osseynou Sy nella sua prima notte a San Vittore

di redazione

Aggredito in carcere Osseynou Sy nella sua prima notte a San Vittore

| venerdì 22 Marzo 2019 - 11:05

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Aggredito in carcere Osseynou Sy  nella sua prima notte a San Vittore

Osseynou Sy è stato trasferito nel reparto protetti del carcere di San Vittore. Gli altri detenuti hanno cercato di aggredirlo.

Il dirottatore dell’autobus con a bordo 51 bambini, dopo l’arresto, è stato portato a San Vittore. Qui, però, gli altri detenuti del quinto raggio hanno applicato il “codice” non scritto contro chi fa del male ai bambini. I detenuti infatti hanno cercato di aggredire l’uomo e hanno tentato il linciaggio. Contro la porta della sua cella sono state lanciate incessantemente uova e arance, per tutta la notte. Per questo motivo Osseynou Sy è stato spostato al reparto protetti, la sezioni destinata a coloro che non possono stare insieme agli altri detenuti. “Mi sono sacrificato per l’Africa” le sue parole.

La prima notte in carcere

I detenuti di San Vittore non ci hanno pensato due volte a dare il loro benvenuto al dirottatore dell’autobus con a bordo i bambini. A raccontare la prima notte trascorsa in carcere è stato lui stesso, durante il colloquio con un politico che è andato a trovarlo. La direzione di San Vittore ha quindi deciso, passata la notte, di spostare il senegalese al reparto protettidove si trovano i pentiti, i sex offenders, gli ex appartenenti alle forze dell’ordine e coloro che hanno compiuto reati contro donne e minori.
In questo zona del carcere le celle rimangono aperte dalle 8 alle 19 così che i detenuti possano incontrarsi e parlare.

“Ho avuto paura”

L’autista senegalese ha ammesso di aver provato molta paura mentre si trovava insieme agli altri detenuti. Chi lo ha incontrato lo ha descritto come una persona convinta di ciò che ha fatto e che ha programmato tutte le sue azioni. Alla domanda se si definisca un terrorista, Osseynou, o Paolo, come si faceva chiamare a Crema, ha risposto: “Io faccio cose politicamente, non uccido” come riportato dal Corriere della Sera. “Sono sicuro che quando i miei due figli saranno grandi capiranno quello che ho fatto” ha concluso.

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