Il direttore di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti ha illustrato qual è il quadro della situazione a quasi un mese e mezzo dalla ripartenza graduale del Paese, tra FASE 1,2 e 3. La sua analisi si basa su alcuni punti che fotografano in maniera corretta la realtà:
“I numeri dell’epidemia ora sono bassi, però c’è un elemento che ci deve fare molto preoccupare“.”I nuovi casi non diminuiscono da settimane e gli scostamenti sono poco significativi: “Qualcosa non sta funzionando”. (Continua…)
Il direttore ha posto l’attenzione sopratutto sulla Lombardia, dove “non si sta facendo il tracciamento dei casi, non li si sta cercando e isolando“, altrimenti il calo sarebbe proseguito. Appare evidente come il Covid-19 sia molto sensibile al fattore climatico, ma questo aspetto potrebbe aumentare i timori in vista dell’autunno.
“Avremmo dovuto sfruttare queste settimane per portare vicino a zero i casi positivi, in modo da ridurre al massimo la base di infetti per quando tornerà il freddo e la situazione climatica sarà favorevole a Sars-CoV-2. Non ci stiamo riuscendo. Non va bene” (Continua…)
Parole che lasciano l’amaro in bocca e che spengono gli entusiasmi di coloro che pensano che il CORONAVIRUS sia ormai un ricordo. “Siamo fortunati che il virus pare sensibile alle condizioni climatiche, altrimenti eravamo rovinati. Ma ciò che ci sta salvando ora, non ci salverà in autunno-inverno”. E facendo riferimento alle altre nazioni:
“Hanno in piedi un sistema epidemiologico territoriale con i controfiocchi”. Ma come è possibile che a Singapore vi siano 41mila casi ma solo 26 decessi? “Significa che il virus circola molto di più di quello che pensiamo”. Infine il virologo si è voluto soffermare su un’altra questione: “Di questo virus ancora non abbiamo capito molto. Ci sono ancora molte, molte cose da capire”.