Un padre adottivo single per i bambini con malattie incurabili nel vasto sistema di affidamento di una grande contea. Preparate i fazzoletti: la sua storia
“Devi amarli come fossero i tuoi figli. So che stanno per morire. Faccio del mio meglio come essere umano e lascio il resto a Dio”. Vedovo, single e padre la sua storia ha fatto letteralmente il giro del mondo: è infatti legata ad un gesto esemplare, una decisione che quest’uomo arrivato negli Stati Uniti 40 anni fa dalla Libia ha preso per aiutare il maggior numero di bimbi possibile a vivere il resto della loro vita nel modo più sereno possibile. Lui si chiama Mohamed Bzeek ed è diventato cittadino statunitense nel 1997 dopo aver sposato Dawn: nel Paese era giunto per laurearsi in ingegneria elettrica e quì ha trovato l’amore. Ma purtroppo negli anni successivi la consorte è venuta a mancare e lui è rimasto vedovo nel 2015.
La donna ha iniziato a soffrire nel 2000 di una grave malattia con convulsioni invalidanti causate da coaguli di sangue nei suoi polmoni e ha lottato per 15 anni. I due hanno anche messo al mondo Adam, 19 anni, nato con nanismo e fragilità ossea e non è stato facile crescerlo perchè anche il semplice gesto di cambiargli il pannolino poteva provocargli fratture ossee. Nonostante una situazione difficile la coppia ha allevato, durante il matrimonio, molti bimbo offrendo loro una casa e tanto amore.
Il padre single che adotta solo bimbi malati terminali
Con questi presupposti, diventato padre single, Bzeek ha deciso di di portare avanti da solo l’eredità di sua moglie, scegliendo però di prendersi cura solo dei bimbi malati terminali, un caso molto raro nel vasto sistema di affidamento della contea di Los Angeles. “Nel 1995 abbiamo deciso di adottare gli orfani lasciati negli ospedali o sottratti alle loro famiglie dallo Stato a causa della violenza e della pressione” ha spiegato Bzeek.
“L’unica casa che accoglie orfani e bambini che stanno per morire a Los Angeles è casa mia. Ho avuto a che fare con 80 bambini dal 1989. Dieci bambini hanno perso la vita tra le mie braccia”. Il vedovo è uno dei pochi genitori adottivi di Los Angeles che si occupa esclusivamente di giovani in punto di morte. La sua storia è venuta alla ribalta quando il Los Angeles Times ha pubblicato nel 2019 un articolo su di lui e successivamente la Diyanet Foundation gli ha conferito l’International Benevolence Award mentre Ensar Altay ha recentemente terminato le riprese di un documentario su di lui.
“A casa mia sono amati fino alla fine della loro vita”
“Mi dicono quando i bambini stanno per morire e mi chiedono se posso adottarli. Sanno che non esito ad accettare. Se non lo faccio, vengono mandati negli ospedali e non hanno una famiglia o una casa. Tuttavia, quando li prendo, sentono un’atmosfera familiare. Si sentono al sicuro e sono amati fino alla fine della loro vita” ha spiegato l’uomo che ha la licenza dello stato della California per fornire assistenza ai bambini vulnerabili dal punto di vista medico quando le loro stesse famiglie non sono in grado di farlo. Il dipartimento dei servizi per l’infanzia di Los Angeles lavora a stretto contatto con lui.
“Non è facile, ma voglio donare loro amore”
Di recente l’uomo si è preso cura di una bimba di 6 anni cieca, sorda e paralizzata.
una rara condizione cerebrale che necessita di assistenza 24 ore su 24, e a tal proposito ha detto: “So che non può sentire, non può vedere, ma le parlo sempre. Ha dei sentimenti. Ha un’anima. È un essere umano”. Si tratta di un compito non facile, essendo consapevoli del poco tempo che potrà trascorrere con loro. “Viene il crepacuore, so che è un sacco di lavoro e so che a volte mi farà male. Spesso mi sento triste. Ma, secondo me, dobbiamo aiutarci a vicenda”.