Dieci paesi nell’Oristanese in ginocchio, 1500 persone sfollate, oltre 20mila ettari di Sardegna andati distrutti, cancellato anche l’olivastro millenario di Cuglieri. La cronaca di una delle giornate più nere per l’isola devastata dalle fiamme. La giunta Solinas proclama lo stato di emergenza: “Quota Pnrr sia destinata alla riforestazione”, la richiesta del governatore. E si fa largo l’ipotesi dei piromani. #VIDEO A FINE ARTICOLO
“Quello a cui stiamo assistendo è un dramma di proporzioni enormi: ettari ed ettari andati in fumo, secoli di storia ambientale e paesaggistica cancellati”. Così il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, commenta a “La Stampa” i roghi che hanno colpito l’isola: sono quasi 1.500 gli sfollati, 20mila gli ettari di terra e dieci i comuni coinvolti nell’incendio che ha colpito il Montiferru, nell’Oristanese.
“Chiederò a Draghi che una quota del Pnrr sia subito destinato a un grande progetto di riforestazione che rimargini queste terribili ferite”, aggiunge il governatore. Lo stesso Solinas nella serata di ieri ha fatto sapere che la giunta regionale, riunita in seduta straordinaria, ha approvato lo stato di calamità per i comuni più colpiti dalle fiamme.
Cronaca di una giornata nerissima per la Sardegna
Non è ancora possibile effettuare una stima dei danni causati dai roghi, ancora in corso soprattutto nell’oristanese, ma si tratta di un disastro senza precedenti tra aziende, case bruciate, bestiame ucciso. “La macchina della Regione”, dice il Presidente Christian Solinas, “è interamente mobilitata: 7500 uomini, 20 mezzi aerei (7 Canadair e 13 elicotteri) sono impegnati senza sosta per affrontare un momento drammatico per tutta la Sardegna”. Il Presidente si è più volte confrontato con Fabrizio Curcio, Direttore del Dipartimento nazionale della Protezione civile, ottenendo il rinforzo di ulteriori mezzi aerei dalla Penisola per contrastare al meglio l’avanzata del fuoco.
Gli incendi sono ancora attivi, ipotesi piromani
Gli incendi infatti “continuano ad essere attivi su diversi fronti. Tutte le squadre disponibili, almeno dodici, sono sul posto”, fanno sapere dalla Sala operativa della stazione del Comando dei Vigili del Fuoco di Oristano. Gli incendi – anche se in realtà, spiegano i vigili del fuoco, “si tratta di un unico rogo che si espande su più fronti” – riguardano “Scano di Montiferro, Porto Alabe”, ma qualche fronte “sta tornando verso Cuglieri”. Ma, assicurano, “l’apparato sta funzionando, anche se la situazione è abbastanza complessa perché c’è vento”. E sul fatto che possa trattarsi di un incendio a opera di piromani “è troppo presto per dirlo”.
L’olivastro millenario di Cuglieri cancellato dal fuoco
L’ultimo grande incendio che aveva colpito il Montiferru è datato agosto 1994. Il rogo, poi risultato doloso, cancellò i boschi di Seneghe, Bonarcado, Cuglieri, Santu Lussurgiu e Scano Montiferro. Nella stessa zona, tra Bonarcado e Santu Lussurgiu sabato sono partite le fiamme, poi spostatesi a Cuglieri. Il piccolo paese è stato quasi cancellato: 200 le persone sfollate. Con loro anche tutti gli abitanti di Sennariolo, 155 persone, che si trova a pochi chilometri e dove gli tessi cittadini di Cuglieri avevano trovato rifugio. Nel gigantesco rogo di 27 anni fa erano andati in fumo 12mila ettari di territorio ma si era salvato anche l’olivastro millenario ‘Sa Tanca Manna’ simbolo di Cuglieri. Ieri la furia del fuoco ha spazzato via già il doppio di territorio e anche quell’albero con 2000 anni di storia.