La Asl Roma 2 ha chiarito che il focolaio di Covid-19 emerso al Sant’Eugenio non è stato portato nei reparti da operatori non vaccinati, ma da un paziente ricoverato, che è risultato positivo ed ha infettato medici e infermieri vaccinati e altri pazienti. L’ospedale è aperto e i dipartimenti sono operativi.
Il focolaio di Covid-19 che si è diffuso all’interno dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma è partito da un paziente ricoverato poi risultato positivo. Come riporta l’Adnkronos sarebbe quindi esclusa l’ipotesi inizialmente diffusa, di un contagio portato dall’esterno nei reparti dai sanitari non vaccinati.
Secondo quanto ricostruito e appreso dall’ospedale dell’Eur il paziente, dopo aver contratto il coronavirus, ha successivamente infettato medici ed infermieri, dando origine al focolaio. Gli operatori vaccinati sono comunque risultati positivi al coronavirus e il cluster è si esteso ad altri pazienti per un totale di tre reparti coinvolti e sotto indagine epidemiologica.
Il contagio sarebbe dunque partito dalle aree di degenza di Medicina, Geriatria e Nefrologia e si è diffuso con reparti messi in quarantena e zone grigie per gli accessi al pronto soccorso, per contenere il virus. Il Sant’Eugenio ha precisato che l’ospedale al momento è aperto ed operativo con tutti i suoi dipartimenti.
I reparti del Sant’Eugenio sono stati tutti riapertiLa notizia del focolaio al Sant’Eugenio si è diffusa nei giorni scorsi, ma dalla Asl Roma 2 fanno sapere che la situazione è sotto controllo e che tutti i reparti sono stati riaperti, con servizi pienamente funzionanti.
Dalle informazioni trapelate però non si conosce il numero effettivo delle persone contagiate, tra pazienti e sanitari, ma nessuna di queste sarebbe ricoverata né il suo stato di salute desta preoccupazione. “È in corso l’indagine epidemiologica – comunica la Asl Roma 2 – nessuno dei positivi presenta situazioni complicate grazie alla copertura vaccinale”.