Una delle cantanti liriche più famose e acclamate di Italia, conosciuta anche per il suo matrimonio con Pippo Baudo, Katia Ricciarelli è sempre stata una donna forte e tenace. Non sempre però è stata una donna che ha conosciuto solo successi e popolarità.
C’è stato un periodo in cui ha sofferto molto e la sua vita è stata davvero in bilico. In molti non conosco la parte più difficili della sua vita, quando non intravedeva una soluzione ai suoi problemi. Quello che le è accaduto è una esperienza tremenda che nessuno dovrebbe mai vivere, ma che, purtroppo, è all’ordine del giorno.
Katia ha cantato sui palchi più importanti d’Italia e del mondo, arrivando a essere una delle più acclamate e richieste cantanti in giro per l’Europa. La sua vita è cambiata quando ha sposato il grande Pippo Baudo: con lui ha vissuto anni felici e sereni, però la storia d’amore ha poi conosciuto una brusca interruzione per cui ha sofferto molto. Anche i suoi fan hanno vissuto il dispiacere con lei, ma non c’è stato verso di cambiare le cose. Katia però non ha vissuto solo questo momento difficile, anche quando era più giovane ha affrontato un momento davvero complesso.
Le rivelazioni che ha fatto Katia Ricciarelli nel salotto di Silvia Toffanin, sono quelle che fanno pensare e rendere tristi chi le ascolta. La cantante ha ammesso che in passato è stata vicino a provocarsi la morte.
L’episodio è accaduto molti anni fa, ma il suo ricordo è ancora vivo e presente nella sua mente, come aveva raccontato anche durante lo show di Chiambretti e in una intervista a Panorama. “A Venezia conobbi un benedettino che dava lezioni di canto gregoriano. Io avevo 18 anni, lui 33. Mi trattava come una figlia. Finì per convincermi che la mia vocazione era per la vita monastica” – ha raccontato Katia.
“Volle addirittura farmi fotografare vestita da suora. Ben presto mi resi conto che s’era innamorato e, non potendo possedermi fisicamente, pretendeva che nessun altro mi avesse.” – ha poi specificato la cantante, andando avanti con la confessione. “Mi sentii tradita. Lui reagì facendomi passare per matta. Diceva delle cose che poi si rimangiava, sostenendo che erano un parto della mia fantasia“. L’epilogo fu quello dei più tragici, complice forse anche la sua fragilità da ragazza: “Tentai il suicidio con i sonniferi nel mio alloggio di Campo San Canzian, vicino al ponte di Rialto. Fu mia madre a ritrovarmi esanime e a salvarmi”.