“Quando hai dei figli, pensi sempre ‘Io non posso morire, non me lo posso permettere'”. Marco Giallini è Giuliano in Domani è un altro giorno – il nuovo film di Simone Spada -, un attore romano affetto da un cancro ai polmoni che decide di rinunciare alle cure, salutare tutte le persone più care in quattro giorni e “chiudere meglio che può”. L’attore ha spiegato il suo personaggio, e come lo ha interpretato, in un’intervista per Il Messaggero.
“Quando hai dei figli da accompagnare pensi sempre ‘io non posso morire, non me lo posso permettere. Ma sono uno in genere coraggioso. E una scelta come quello di Giuliano la capisco. Non sceglie di farla finita in anticipo. Vuole chiudere meglio che può”.
Il film riprende una pellicola argentina del 2015, Truman. Si tratta di un film sull’amicizia e, come può sembrare, non tratta l’eutanasia: Giuliano sceglie di aspettare il suo momento, non di finire prima il suo tormento. Giallini, però, non demonizza una scelta del genere. Si sente favorevole alla possibilità di scelta: il suo Dio di riferimento è quello di De Gregori.
Non sceglie l’eutanasia“Fra l’altro, ma io sono favorevole a questa possibilità. Il Dio che conosco è quello di una canzone di De Gregori, Ti leggo nel pensiero: “E chiedimi perdono per come sono, perché è così che mi hai voluto tu!”. E io credo che Dio non se la prenderà per una scelta estrema come questa”.
Giuliano è un personaggio “guascone, tipo Gassman nel Sorpasso. Uno che si sceglie la bara e chiede lo sconto o un usato garantito”. Lui ammette di averlo interpretato con “pancia e cuore”, come fa sempre nei suoi ruoli. In questa parte c’era qualcosa di suo, in fondo: il padre, “socialista idealista”, è morto di cancro, quando aveva 73 anni.
“Rivedendomi, ho capito che da dentro – pancia e cuore – riemergono le esperienze e le emozioni vere. Papà è morto di cancro a 73 anni […] Mi ricordo la prima volta in teatro, all’Argentina: volle parlare col regista. E non sapeva come chiamarlo: capo, dottore. Allora, come se la cava ‘sto ragazzo? Con quell’accento romano. Voleva conferma che la scelta artistica fosse quella giusta”.