La denuncia di una ventenne: “Discriminata perché nera”

di redazione

La denuncia di una ventenne: “Discriminata perché nera”

| lunedì 08 Ottobre 2018 - 03:57

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La denuncia di una ventenne: “Discriminata perché nera”

Il video intero alla fine dell’articolo. Il filmato è stato pubblicato sulla bacheca Facebook di Judith Romanello con il seguente testo: “Vi chiedo 3 minuti del vostro tempo. Voglio che per un attimo vi mettiate nei miei panni. Scoprirete che abbiamo smesso di evolvere. Stiamo tornando indietro”.

Le ragioni della ragazza potrete ascoltarle direttamente dal video. Noi di seguito vogliamo riportarvi una controparte con le parole di Serena Bettin che ha pubblicato sulla propria bacheca questo testo:

NESSUN NOME DI RISTORANTE, NESSUN NOME DI RISTORATORE e NESSUN NUMERO: IPHONE HA CANCELLATO LE CHIAMATE. Allora no. Allora. Allora siccome mi piace andare a fondo nelle cose, adesso vi voglio raccontare una cosa. Dunque il caso della ragazza dei Caraibi Judith #Romanello che sarebbe stata respinta al colloquio di lavoro perché di colore. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Nuova Venezia. Allora grave. Gravissimo. Quindi cosa accade: il sindaco della città lagunare #Brugnaro rimbalza sulla sedia, #Venezia si mobilita, la gente si scandalizza. Grida al razzismo. Alla violenza. Stiamo tornando indietro. Oddio vergognatevi. L’odio corre nella nostra società. Qualche politico fa i pugni duri perché una cosa simile non si può sentire e perché se a un sindaco arriva una notizia del genere, il primo cittadino oltre a tutte le 3mila e 48 cose da fare non può anche mettersi a verificare e fare le verifiche e i controlli incrociati; e così i buonisti hanno riempito il panciotto con un’altra pillola di bontà. Allora cosa è accaduto: dunque la ragazza, vent’anni, nata ad Haiti ma cresciuta in #Veneto e adottata da una famiglia di #Spinea nel veneziano, sarebbe andata a un colloquio di lavoro, avrebbe incontrato questo ristoratore e alla vista di lei che è di colore, lui le avrebbe detto: “ah ma sei nera? non voglio persone di colore perché ai miei clienti potrebbe far schifo che tu tocchi i loro piatti e non va tanto neanche a me”. Così lui prende e se ne va. Lei rimane basita anzi “di merda” e decide di raccontare la sua esperienza su Facebook. Per farlo il 4 ottobre scorso posta un video alle 16 e 3 minuti. “Vi chiedo 3 minuti del vostro tempo – scrive Judith – Voglio che per un attimo vi mettiate nei miei panni. Scoprirete che abbiamo smesso di evolvere. Stiamo tornando indietro”. 
Così non solo denuncia la sua, a detta di lei, terribile esperienza ma dice pure che questi episodi ai suoi compagni capitano spesso e che non è la prima volta che le capita e che addirittura il suo ragazzo le ha detto che deve mettersela via perché tanto siamo in Italia e quindi, aggiungo io, che ci volete fare l’Italia è un paese di merda piena di brutti e cattivi. Insomma sul web apriti cielo.
Una denuncia del genere rimbalza come una pallottola impazzita in su e in giù per raggiungere tutti i pianeti dell’universo. Il sindaco si indigna, le persone gridano contro l’odio la violenza, stiamo tornando al Medioevo. E io che non riesco a stare con le mani in mano, che proprio c’è qualcosa che mi si muove dentro e che mi costringe ad agire, cosa faccio. Contatto questa ragazza. La cerco su Facebook. Le dico che sono una giornalista e che gentilmente le vorrei parlare. Così ci scambiamo i numeri e lei mi dice: “posso mandarti dei vocali?”. Io “sì certo”.
Bene. Allora vi riporto integralmente il primo vocale: “ciao scusami l’audio lungo che ti farò però è abbastanza lunga però cercherò di fare molto in sintesi. Ero su Subito – Subito.it – e ho visto questo numero di telefono di uno che cercava una cameriera. Però, uno nell’annuncio non c’è scritto il nome del ristorante però io ho chiamato lo stesso perché cercava una cameriera. Lui era felice di vedermi, forse dall’accento da come mi parlava non aveva capito che ero nera insomma, anche se sono italiana alla fine perché è da anni che vivo qua. E quindi è successo che ci siamo trovati al Ponte delle Guglie, abbiamo detto ci troviamo al Ponte delle Guglie per dopo andare al ristorante. Appena mi ha visto, quel giorno pioveva, stavo tirando fuori la mano dalla giacca per presentarmi, lui mi ha bloccata, mi ha guardato schifata, non mi ha dato la mano, non si è presentato, e quindi non so il suo nome e o cognome e mi ha detto quelle robe là, mi ha detto che il fatto che io fossi nera poteva far schifo ai clienti, che poteva non andar bene ai clienti, che a loro poteva far schifo che io tocchi i loro piatti e che a lui non va tanto bene e quindi apposto così, ciao e se n’è andato. Io sono rimasta lì ferma come un baccalà e dopo me ne sono andata via anch’io, e questo è successo in sintesi”. Ok, ma il ristoratore? Si sa chi è? Il suo numero? “Il punto è che io sono abbastanza nella merda passami il termine perché in primis non c’è il numero del ristorante sull’annuncio però non è quello il problema. Il punto è che, whatsapp no cosa dico whatsapp, l’iPhone cancella le chiamate meno recenti e quindi ha cancellato anche il suo numero oltre a quelli che avevo fatto quel giorno, cioè lunedì”. Ok. Quindi abbiamo: un annuncio che non si sa che annuncio. Anzi mi sono anche registrata su Subito.it e oltre a essere molto rigoroso ho trovato un solo annuncio con numero di cellulare. Un ristorante di cui non sappiamo il nome. Lei che è andata a un appuntamento senza sapere se dovesse incontrarsi con Toni, Bepi o Giovanni e un iPhone che cancella le chiamate meno recenti. Io però, non so voi, in memoria ho ancora quelle del 26 settembre scorso e lei dice di aver chiamato lunedì 1 ottobre. A voi? Fino a dove arrivano le vostre chiamate registrate?
E niente, insomma. Questo in sintesi. Con questo vi saluto. E rilancio l’appello che ha fatto Judith su Facebook. “Spero che questo possa far riflettere perché veramente stiamo tornando indietro. Con questo vi auguro buona giornata”.
Ecco anch’io: spero che questo possa far riflettere. Con questo vi auguro buona notte.

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