LETTERA APERTA A LILLI GRUBER – Signora Gruber, non sono Alice e l’Italia è ben lontana dal sembrare il ‘paese delle meraviglie’. Tuttavia dal 2011 ho creduto nel Movimento 5 Stelle, e ci credo ancora (malgrado tutto). Non per il reddito di cittadinanza, o per altre promesse che forse hanno allettato gli elettori, ma perché ho sentito odore di onestà, quella vera, non l’onestà che si declama in campagna elettorale e di cui ci si dimentica una volta eletti.
Ma mi rendo conto che da qualche decennio essere onesti in Italia equivale ad essere fessi, sprovveduti, quasi ridicoli. E comprendo il sentimento di superiorità che può provare una persona invitata al Bilderberg davanti a un Di Maio, giovane indifeso scaraventato nella gabbia dei leoni. O un Di Battista che, ai suoi occhi, lei che ha visto la guerra in Iraq dal balcone di un grand hotel, sembrerà poco più di un turista per caso.
Ma a me questi ragazzi piacciono, proprio perché sono indifesi, un po’ sprovveduti, smarriti, confusi, ma che restano onesti. Anche intellettualmente. Vede, signora Gruber, l’onestà intellettuale, per dirla con Don Abbondio: ‘se non ce l’hai mica te la puoi dare’.
Un po’ come il coraggio. Anzi ci vuole un bel coraggio, al giorno d’oggi, ad essere intellettualmente onesti! Per questo non la stimo, signora Gruber, perché lei, l’onestà intellettuale, non sa nemmeno cosa sia. Fiera del suo essere invitata alla tavola dei potenti, mescola vanità e disprezzo, prosopopea e servilismo di appartenenza. Comprendo:
c’è di che sentirsi importante se, dal momento che si mostra utile, (come può essere un utensíle), si vede invitata fra i grandi. Come colui che, per aver partecipato ad una riunione di mafiosi, si sente forte solo perché conosce questo o quello. Ma il suo potere, signora Gruber, in cosa, si concretizza? Nell’attaccare i giovani sprovveduti e indifesi 5 Stelle? Ben poca cosa. Ricordo un giovinastro che per caso un giorno fu invitato a caccia con noi, il quale incominciò col suo calibro 12 a sparare alle farfalle. (Continua)
Questa è lei: spocchiosa nella sua postura di tre quarti, irriguardosa ‘padrona di casa’, priva del piú basilare rispetto per le istituzioni, che tali restano anche se rappresentate da un ragazzo. Lei non sarà ricordata, signora Gruber, se non con lo stesso sentimento con cui io ricordo il giovinastro che sparava alla farfalle. Gli anni passano, e il silicone, malgrado i rinnovi, non riesce ad arrestarne il corso: i giovani sono giovani, i vecchi possono solo illudersi. Si rassegni, dunque, signora Gruber: le farfalle continueranno a volare, anche se gente come lei gli spara. E Alice continuerà a credere nel ‘paese delle meraviglie’, fin quando persone come me crederanno nel valore sociale, ed anche politico, dell’onestà intellettuale. Credits: Franco Caminiti