La morte non è niente. La spettacolare poesia di Henry Scott.

di admin

La morte non è niente. La spettacolare poesia di Henry Scott.

| giovedì 12 Settembre 2019 - 14:59

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La morte non è niente. La spettacolare poesia di Henry Scott.

“la morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.


Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.


Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non
piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.”

“La morte non è niente” da leggere questa meravigliosa poesia di Henry Scott Holland
Henry Scott Holland fu uno scrittore che visse a cavallo tra il 1800 e il 1900. Fu un grande teologo e docente all’università di Oxford.
Furono i suoi studi e le sue ricerche in ambito teologico ad avvicinarlo molto alla spiritualità ed a Dio, infatti divenne anche un canonico presso la Christ Church.


Oltre alla teologia, anche una altra grande passione lo accompagnò per tutta la vita; lo scrivere.
Scrisse molte poesie, ma una in particolare ha catturato la mia attenzione.


“La morte non è Niente” fu una delle sue migliori creazioni, la perdita di una persona amata lo scosse profondamente e lo portò a scrivere questi meravigliosi versi, probabilmente anche ispirati da un vecchio scritto di Sant’Agostino.

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