Dopo l’ormai leggendario David Meade e il collega Mathieu Jean-Marc Joseph Rodrigue, sulla scena internazionale dei complottisti dell’apocalisse ha fatto il suo ingresso trionfale un nuovo protagonista. Si chiama Gordon James Gianninoto, di mestiere fa il pescatore e il presentatore in radio, ma nel tempo libero si diletta a elaborare teorie sulla fine del mondo. Il suo argomento di specializzazione è il solito Nibiru, o Pianeta X che dir si voglia, ma anziché pronosticare devastanti impatti spaziali che spezzerebbero la Terra a metà, come causa per la nostra fine preferisce la teoria dei passaggi ravvicinati con influssi a distanza. Come è evidente, di fantasia ne ha tanta, ma di prove scientifiche nemmeno l’ombra.
L’annuncio è stato dato poche ore fa alla radio Coast to Coast Am, che ha sede nel Maine negli Stati Uniti, in cui Gianninoto tiene un proprio programma. Anche se la data della fine del mondo non è stata indicata in modo esplicito, si è parlato di “49 giorni”, che conteggiati a partire da ieri (lunedì 29 aprile) portano a identificare la data del giorno del giudizio per lunedì 17 giugno. Insomma, se volete andare per un’ultima volta in vacanza cercate di prenotare per l’inizio dell’estate. E almeno il prossimo Wired Next Fest è salvo.
Ma che cosa accadrà, nella pratica? Per farla breve, un macello. Nibiru raggiungerà una distanza minima dal nostro pianeta di 24 milioni di chilometri. Dato che è enormemente più grande della Terra, comporterà una serie di alterazioni gravitazionali e magnetiche, che avranno come prima manifestazione l’inversione del polo nord magnetico con il polo sud. Tempeste magnetiche e onde gravitazionali (!) si abbatteranno sulla crosta terrestre, scatenando una lunga serie di calamità naturali tra cui terremoti, tsunami, tempeste marine, uragani, eruzioni vulcaniche ed enormi onde di marea. Superfluo ricordare che tutto ciò provocherà la perdita di miliardi di vite umane: secondo le stime di Gianninoto sopravviverà al più un decimo dell’attuale popolazione globale.
Il dibattito su Nibiru, tra gli scienziati, è di fatto inesistente. C’è effettivamente la possibilità che ci sia un altro pianeta del Sistema Solare più in periferia rispetto a tutti quelli conosciuti, ma la sua esistenza non è affatto certa. In ogni caso, anche ammesso che esista, non c’è alcuna provache sia in viaggio verso la Terra, dunque secondo tutti gli astronomi non si può certo parlare di minacce imminenti all’integrità del nostro pianeta.
Da qualche anno a questa parte gli stessi giornalisti hanno smesso di chiedere a chi si occupa di difesa planetaria degli aggiornamenti su Nibiru, dato che la risposta è sempre la stessa: si tratta di teorie del tutto infondate, così vaghe da non meritare nemmeno una discussione. In effetti, solo in questo decennio abbiamo assistito a moltissime previsioni della fine del mondo, tutte accomunate dall’essere campate in aria. Tanto per citarne alcune, ne abbiamo avuta una nel 2012, quattro nel 2017 (23 settembre, 15 ottobre, 21 ottobre e 19 novembre), due nel 2018 (23 aprile e 24 giugno), e già un’altra nel 2019 (pronosticata per il 28 dicembre), anche se legata a un asteroide anziché a Nibiru.
Ciò che accomuna tutte queste strampalate previsioni è la totale mancanza di un approccio scientifico. Non ci sono osservazioni, dati astronomici, calcoli di orbite o pubblicazioni scientifiche. Abbondano invece chiacchiere, speculazioni, mistiche combinazioni numeriche e la faccia tosta di chiedere soldi sulla base del (presunto) panico seminato.