La capitana della Sea Watch 3 annuncia di aver deciso di forzare il blocco: la nave è ora in acque territoriali italiane, diretta verso Lampedusa. Solo poche ore fa, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva ribadito la linea dura del governo italiano, attaccando duramente proprio il comandante della Sea Watch 3.
La Sea Watch naviga da ormai 14 giorni con a bordo 42 migranti, soccorsi nel Mediterraneo. Non avendo ricevuto il permesso per sbarcare in un porto italiano, dopo aver violato la direttiva del Viminale, l’imbarcazione ha deciso di dirigersi ugualmente verso Lampedusa. In un video si possono vedere le immagini dei migranti a bordo: molti sono esausti, sfiniti, con lo sguardo perso nel vuoto. In tanti sono buttati a terra, si muovono il meno possibile.
E tutti attendono un segnale, con la speranza di poter sbarcare a Lampedusa. L’imbarcazione dovrebbe attraccare nel porto italiano in serata, ma il trasferimento dei migranti potrebbe avvenire già prima attraverso le motovedette della capitaneria.
Il giornalista Roberto Saviano, intervenuto a ‘In viva voce’ su Rai Radio1, ha commentato il caso della nave della Sea Watch, esprimendo sostegno al capitano, che ha deciso di forzare il blocco ed entrare in acque italiane. La comandante Carola Rackete “agisce secondo i principi costituzionali del nostro Paese e non sta violando nessuna legge. I porti sono aperti c’è un’emergenza. Siamo con lei, sento di riconoscermi in questo gesto. Sono persone stremate hanno vissuto nell’inferno libico”.
L’imbarcazione dovrebbe attraccare dopo le 20 perché, come ha spiegato il sindaco Salvatore Martello, fino a quell’ora il molo commerciale – l’unico in cui la nave può attraccare – è occupato dal traghetto per Porto Empedocle. Ma non è escluso che i 42 migranti a bordo possano essere raggiunti dalle motovedette per essere portati sull’isola.
La portavoce italiana di Sea Watch, Giorgia Linardi, intervenendo a Tagada su La7 commenta la decisione della nave di entrare in acque italiane, nonostante il divieto di Matteo Salvini. “Cosa potevamo fare? Malta ci ha rifiutato il porto, la Tunisia in passato ha rimpatriato migranti in Libia. Se nessuna autorità ci aiuta, dobbiamo aiutarci da soli”, afferma, sottolineando come ci siano degli esseri umani a bordo, non un carico merci.