Inseguire un sogno e mollare tutto, mossi dall’entusiasmo di fare qualcosa che si ritiene giusto per se stessi. E’ questa, in sintesi, la storia di Martina Bordignon, 29 anni, insegnante, e Andrea Minotti, 30 anni, operatore turistico, entrambi di Bolzano con una laurea in tasca e un posto fisso, che decidono di cambiare vita per gestire un rifugio a 1.800 metri di quota con vista mozzafiato sulle Dolomiti e sulla Valle dell’Adige.
L’idea è partita da Martina che, appassionata di montagna, ha fatto parecchi trekking andando di rifugio in rifugio. “Non ero particolarmente contenta del mio lavoro. A scuola guardavo fuori dalla finestra e pensavo come poteva essere bella la vita lì fuori anziché in aula.
Poi ho conosciuto Andrea che si è appassionato al progetto, tanto da lasciare il suo lavoro e decidere di seguirmi”, racconta Martina.
“Certo, trovare un rifugio da gestire non è stato facile. Abbiamo incominciato col bussare a tutte le porte, dal Cai, alla Provincia a tutte le altre associazioni (Avs e Sat).
Poi abbiamo capito che dovevamo fare esperienza e per due stagioni d’estate ci siamo licenziati per lavorare nei rifugi”, spiega Martina. Il rifugio Oltradige al Roen si trova a cavallo tra la provincia di Bolzano e quella di Trento, in val di Non, a poca distanza dal centro abitato di Amblar. Dalla sua terrazza si possono ammirare il gruppo del Latemar, le Pale di San Martino e persino la Marmolada.
Tempo permettendo la stagione si aprirà a fine maggio-inizio giugno per concludersi a fine ottobre. Martina e Andrea daranno la possibilità ai loro ospiti, anche a chi vuole tentare la facile ferrata del Roen, di pernottare nel rifugio e di gustare piatti di cucina tipica. Sul web la decisione divide tra chi apprezza il gesto e chi li accusa di blasfemia in quanto “non si lascia un posto fisso” (commenti ironici con chiari riferimenti al film di Checco Zalone).