L’eroe dimenticato della Concordia: lasciò il suo posto nella scialuppa a una bambina. Ma lo Stato nega la medaglia

di redazione

L’eroe dimenticato della Concordia: lasciò il suo posto nella scialuppa a una bambina. Ma lo Stato nega la medaglia

| martedì 19 Febbraio 2019 - 17:29

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L’eroe dimenticato della Concordia: lasciò il suo posto nella scialuppa a una bambina. Ma lo Stato nega la medaglia

Giuseppe Girolamo non sapeva nuotare, eppure lasciò il posto nella scialuppa a una bambina, mentre la Costa Concordia si rovesciava su un fianco. Quell’atto di generosità gli costò la vita. La bimba si salvò. Giuseppe, 30 anni, faceva il musicista, suonava la batteria, e per inseguire il suo sogno aveva lasciato Alberobello, in provincia di Bari, per lavorare con la Costa.
La notte di Natale aveva suonato per gli ospiti della Concordia, e la stessa cosa aveva fatto nelle ore precedenti il naufragio, esibendosi con la sua band.

Sognava solo di suonare quel ragazzo, perché era tutta la sua vita. Invece il disastro del Giglio ha posto fine alle sue speranze. Nessun palco più da calcare, per lui, nessuna rullata più da eseguire. A distanza di cinque anni la sua storia è tornata a galla, e i media l’hanno riproposta. Andrea Tundo su Il Fatto Quotidiano mette in rilievo che non si conosce neppure il nome della bimba salvata dall’altruismo del giovane.

“Abbiamo perso un ragazzo che si è consapevolmente consegnato alla morte. Era sopra la scialuppa e si è fatto da parte, per lasciare spazio a quella bambina, pur sapendo di non essere in grado di nuotare – spiega il sindaco di Alberobello Michele Maria Longo a ilfattoquotidiano.it – Per questo, da cinque anni, ripeto sempre che Alberobello è la città dei trulli e di Giuseppe Girolamo. Il suo gesto ha lasciato un messaggio a tutti i ragazzi”. La sua famiglia, i suoi genitori, non hanno mai fatto clamore su quella morte. All’inizio diffusero le sue foto nell’Isola del Giglio, sperando fosse solo disperso. Invece il suo corpo fu ritrovato, purtroppo, dai sommozzatori. Da allora sono rimasti in silenzio. Solo due volte, per la ricorrenza del compleanno, il 14 luglio, hanno detto sì a un concerto in suo onore.

“Arrivai con largo anticipo e vidi, uno ad uno, oltre 3mila alberobellesi accorrere per ascoltare i suoi brani preferiti – racconta il sindaco a Il Fatto – Sembrava davvero una festa di compleanno, il miglior modo per ricordare un ragazzo semplice e buono che aveva compiuto un gesto eroico”. Molte aule di musica del Sud Italia oggi portano il suo nome ed è stata creata una associazione dagli amici. La regione Toscana l’ha insignito del Gonfalone d’argento e l’amministrazione comunale di Alberobello ha messo a disposizione un terreno nel cimitero per la costruzione di una cappella.

Come mai però – si chiedono in tanti – non gli è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valore civile? Pare che il comune l’avesse chiesta, una volta verificata la veridicità della azione compiuta da Giuseppe. Ma non c’è stata alcuna risposta e il sindaco precisa sul quotidiano: “Ho preso contatti per capire quali siano i reali motivi della mancata assegnazione”. Il senatore Gaetano Quagliariello, presidente di ‘Idea-Popolo e Libertà, ha invece presentato un’interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio.

Alcune petizioni erano state lanciate invece in Rete per non dimenticare la figura di questo giovane in parte ancora sconosciuto. “Non ce la faccio a vedere Schettino distribuire autografi e fare persino interventi pubblici mentre dello sfortunato ma eroico Giuseppe Girolamo nessuno parla”, afferma Antonio Nisita, professore di Ercolano che a suo tempo mandò un appello al presidente Mattarella e al ministro dell’Interno, firmato da 110mila persone. Un appello ripetuto adesso dal sindaco di Alberobello:  “Penso che il presidente Mattarella abbia grande sensibilità e gli chiedo di non dimenticare Giuseppe – ribadisce il primo cittadino sul giornale – . Quando lo scorso ottobre ha premiato gli ‘eroi quotidiani’ della sanità, si è rinnovata la speranza. Prenda in considerazione l’opportunità di ricordare un ragazzo normale che è andato incontro alla morte per salvare una bambina, compiendo un gesto che può essere un esempio nella vita quotidiana di tutti gli italiani”.

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