L’infedeltà maschile è determinata da un quoziente intellettivo basso

di redazione

L’infedeltà maschile è determinata da un quoziente intellettivo basso

| martedì 18 Dicembre 2018 - 19:19

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L’infedeltà maschile è determinata da un quoziente intellettivo basso

L’infedeltà maschile è determinata da un quoziente intellettivo basso – È la tesi di un recente studio di psicologia evolutiva

È recente lo studio che, muovendosi nel campo della psicologia evolutiva, vede nell’infedeltà maschile un quoziente intellettivo basso!

Chi è il responsabile di questa sorprendente teoria? Colui che abbassa drasticamente le quotazioni di tanti latin lovers?

Si chiama Satoshi Kanazawa, ed è uno specialista in psicologia evolutiva presso la London School of Economics.

Insieme al suo team ha condotto una ricerca molto particolare su un campione comprendente persone di età, condizione sociale ed istruzione molto diverse.

Come ha anticipato, l’infedeltà può essere determinata da molteplici fattori, ma quella maschile, secondo lo psicologo, ha una correlazione molto accentuata con il QI.

Associando la questione della fedeltà alla natura umana, Kanazawa afferma che il suo studio mostra come la fedeltà dell’uomo sia una rappresentazione dell’evoluzione della nostra specie.

Insieme al suo team, Kanazawa ha analizzato due importanti sondaggi incentrati sulla misurazione del QI e sull’atteggiamento di migliaia di adolescenti e adulti.

Al termine il team ha concluso che i più alti QI sono degli uomini che valutano la lealtà come uno dei principali pilastri di una relazione di coppia.

La teoria del Professor Kanazawa, si basa sull’assunto che l’evoluzione umana ha portato a concepire la fedeltà come un tratto di distinzione, intelligenza, capacità di risolvere i problemi, contrapposta ad una visione poligama, tipica delle società meno evolute.

Lo studio afferma che una relazione intima esclusiva sia una novità e che i più intelligenti sono maggiormente disposti ad adottare pratiche comportamentali che favoriscono l’evoluzione della specie, perché sono persone meno attaccate alle vecchie norme.

I critici hanno replicato, non senza una qualche ragione, che la società odierna presenta già caratteri completamenti diversi rispetti a quelle di solo qualche decina di anni fa e che comunque il concetto di monogamia, in sè, ha poco a che vedere con valori di purezza e di condotta esemplare.

Anzi, visto che l’esimio professore ha esaminato anche le tendenze politiche e l’atteggiamento riguardo i valori, facendo notare come le persone con QI più alti siano più liberali e con una visione della vita incentrata sui valori materiali, un qualche dubbio sulla loro presunta fedeltà come segno evolutivo della specie, è più che lecito.

E voi cosa ne pensate? Condividete questa tesi?
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