Sono passati più di 15 anni dalla morte di Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini. Per la giustizia è un caso chiuso, ma “Le Iene”, grazie al lavoro di Alessandro De Giuseppe, continuano il loro lavoro d’inchiesta.
Nella puntata di martedì sera, ha parlato in esclusiva Fabio Miradossa, lo spacciatore napoletano che riforniva Marco Pantani di cocaina. “Marco non è morto per la cocaina – racconta Miradossa -. Marco è stato ucciso. (Continua…..)
Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è andata così. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo. Hanno detto che Marco era in preda del delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco quando è stato ucciso, era lucido. Marco è stato al Touring (un altro hotel di Rimini), ha consumato lì e quando è ritornato al Residence Le Rose era lucido”.
Nella stanza del residence erano rimasti evidenti segni di sniffate. Ma proprio questo elemento, secondo Miradossa, non torna. “Marco non sniffava cocaina, era una cosa che gli faceva schifo. Lui la fumava e in quella stanza c’è solo traccia di cocainomani che sniffavano. Chi ha creato quella situazione non era informato bene… Tracce di fumatori di crack non ne ho viste, come bottiglie di plastica, carta argentata, bicarbonato per preparare il crack”. (Continua…..)
Questo aspetto è messo in evidenza anche da un soccorritore del 118, che pensa ad una scena del crimine in qualche modo ricostruita: “Che senso ha che io vada via alle 9.30 in un modo e poi la stanza alle 11 è tutta in un altro modo?” . Di denaro, racconta Miradossa, Pantani ne maneggiava tanto in quei maledetti giorni. “Aveva prelevato 20mila euro a Milano. Al pm ho detto ‘cercate i soldi’ perché in quella camera chi ha ammazzato cercava i soldi. Io sapevo di quei soldi perché erano per me, per la cocaina.
Erano un po’ per un debito vecchio e un po’ una fornitura. Ciro Veneruso, un mio corriere, è andato al residence a portargli la droga perché io ero a Napoli per il compleanno della mia nipotina. Si è visto con Marco, ha fatto lo scambio ma non ha avuto i soldi, tanto tra a me e Marco non c’erano problemi, ci saremmo sistemati in un’altra occasione. Il mio uomo ha portato a Pantani credo 15-20 grammi. Non si può morire per 15-20 grammi di cocaina, perché per chi fuma crack non sono davvero 15-20 grammi ma meno”. E se Pantani si fosse suicidato? “Ma non scherziamo proprio – replica Miradossa -può essere stato un debole che si è rifugiato nella droga ma che abbia voluto uccidersi no”.