Lockdown, c’è la data del non ritorno ed è molto vicina

di admin

Lockdown, c’è la data del non ritorno ed è molto vicina

| venerdì 30 Ottobre 2020 - 19:37

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Lockdown, c’è la data del non ritorno ed è molto vicina

Un nuovo DPCM che annunci un secondo lockdown in Italia potrebbe risultare inevitabile. L’attesa per i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri ha ormai un sapore d’abitudine. Strumento legislativo da subito utilizzato per mettere in campo misure restrittive per combattere gli effetti della pandemia da coronavirus in Italia evitando le lungaggini parlamentari, il prossimo DPCM con ulteriori limitazioni potrebbe rendersi necessario tra pochi giorni, come conferma velatamente lo stesso premier Giuseppe Conte. Rimangono da monitore con attenzione il numero dei contagi giornalieri (la soglia critica è stata fissata a 35.000/40.000 contagi al giorno) e gli effetti delle misure recentemente introdotte. (Continua..)

Nuovo DPCM su lockdown, ecco quando potrebbe arrivare

Non è più possibile far finta di niente: abbiamo toccato un nuovo record di contagi. In occasione dell’intervento di Conte alla Camera dei Deputati nella giornata di mercoledì, l’eventuale messa in campo di nuove restrizioni all’attività produttiva, commerciale e agli spostamenti di persone sarà presa in considerazione dal Consiglio dei Ministri solo «dopo aver valutato gli effetti» delle misure contenute nell’ultimo DPCM datato 25 ottobre, che su tutto ha disposto la chiusura totale di palestre e piscine e lo stop delle attività di bar, ristoranti e locali dalle ore 18, rendendo necessario il neo-nato decreto Ristori. (Continua..)

La valutazione da parte del Governo sarà effettuata «nell’arco di almeno due settimane». Inutile quindi, stando alle parole del premier, ipotizzare fantomatici lockdown e nuovi stop prima di 14 giorni dalla data di valenza delle ultime misure, il che porterebbe a puntare come prossima data clou lunedì 9 novembre. In pieno stile del Governo, nel caso in cui la situazione dovesse degenerare nei prossimi giorni, un nuovo DPCM verrebbe sviluppato nei giorni immediatamente precedenti, si suppone tra sabato 7 e domenica 8 novembre.

Guardando al periodo natalizio la situazione si fa ancor più incerta. Le ipotetiche misure inserite all’interno del prossimo DPCM potrebbero valere per circa un mese, fino alla metà di dicembre, così da sperare di aver contribuito ad abbassare il ritmo di crescita della curva epidemiologica salvando il Natale e il boom di consumi che tradizionalmente porta con sé. Un intervento da parte del Governo Conte a tema lockdown non è certo ma si fa sempre più probabile. La sua urgenza si fa più forte ad ogni bollettino giornaliero pubblicato dalla Protezione Civile. Tuttavia, l’esecutivo sa bene che tornare ad un lockdown in stile blocco inaugurato lo scorso marzo significherebbe dare il colpo di grazia all’economia italiana. (Continua..)

Per questo motivo il Consiglio dei Ministri, con il prossimo DPCM, potrebbe optare piuttosto per un lockdown «soft», ricalcando la recente decisione della Francia annunciata nella serata di mercoledì da Macron. Ispirandosi tale provvedimento, l’eventuale nuovo lockdown italiano preverrebbe:

  • aziende, uffici e fabbriche aperti;
  • negozi chiusi ad eccezione degli esercizi di vendita di prodotti alimentari;
  • scuole e servizi pubblici aperti;
  • limitazione degli spostamenti, permessi solo i tragitti casa-lavoro, casa-scuola per accompagnare i bambini più piccoli, per recarsi al supermercato o per motivi si salute;
  • stop agli spostamenti al di fuori del proprio Comune o Regione di residenza;
  • possibili lockdown localizzati nelle zone più critiche.

Tuttavia, da giorni il premier non perde occasione di sottolineare quanto le sue intenzioni puntino tutte ad evitare un altro lockdown: le restrizioni contenute nell’ultimo DPCM «servono per gestire la pandemia senza rimanere sopraffatti e a scongiurare un nuovo lockdown, che danneggerebbe ancora di più l’economia», ha specificato Conte mercoledì davanti alla Camera. Lo scorso 12 ottobre il Ministero della Salute, di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Comitato Tecnico Scientifico, ha pubblicato un documento dal titolo “Prevenzione e risposta a COVID-19”, all’interno del quale vengono definiti gli scenari dei quali l’Italia potrebbe essere protagonista nel prossimo futuro. Come confermato mercoledì da Conte, oggi l’Italia è in pieno scenario 3: «l’epidemia è in rapido peggioramento e risulta compatibile, a livello nazionale, con lo scenario di tipo 3» – ha spiegato il premier, che specifica come questo contesto renda necessaria «l’interruzione di alcune attività sociali-culturali maggiormente a rischio». Lo scenario 4, invece, scatterebbe nel caso in cui i contagi giornalieri dovessero superare le 35.000/40.000 unità, come definito in occasione dell’ultima riunione di maggioranza. Tale situazione renderebbe così necessario un nuovo lockdown (e un relativo DPCM ad annunciarlo), ma in una versione più soft per avere il minor impatto possibile sullo stato di salute dell’economia italiana, che avrebbe le caratteristiche sovracitate.

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