Manduria, le ultime parole di Antonio: “Ho paura di uscire”
Nel verbale della polizia si legge: “Dichiarava di non mangiare da una settimana perché aveva il terrore di uscire fuori casa per fare la spesa”.
Ha vissuto nel terrore di quella baby gang che lo tormentava, tanto da costringerlo a barricarsi in casa.
Antonio Cosimo Stano, il 66enne picchiato a morte a Manduria, in provincia di Taranto, aveva invocato l’aiuto della polizia durante uno degli attacchi di quei giovanissimi delinquenti, si apprende da Fanpage: “Polizia, carabinieri… polizia, carabinieri!”. Ma, prima di allora, non aveva mai trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini. Era stato solo grazie alla segnalazione di una vicina di casa che gli agenti di polizia avevano fatto visita al 66enne il 5 aprile.
La donna si era detta preoccupata perché non vedeva l’uomo da giorni. “Stano Antonio appariva subito in condizioni precarie di igiene e di salute“, si legge nel verbale dell’inchiesta. “Dichiarava di non mangiare da una settimana perché aveva il terrore di uscire fuori casa per fare la spesa”.
Le parole del 66enne. I documenti contengono anche una dichiarazione del pensionato di Manduria che fa luce sulle vessazioni che era costretto a subire.
“Da sempre sono oggetto di scherno e a volte di aggressione da parte di ignoti. Questi a volte vengono sia di sera sia di notte e prendono a calci il portone di casa mia rivolgendomi insulti”, ha dichiarato alle forze dell’ordine. “Ricordo che circa un mese fa, dopo mezzanotte, sono entrati dentro casa.
Ricordo che quando sono entrati in casa erano cinque o sei e impugnavano delle mazze con le quali mi hanno più volte picchiato sulle mani, sui fianchi, sul ventre e sul ginocchio. In quell’occasione hanno buttato a terra un sacco di cose in casa, tra cui un televisore che mi hanno rotto. Infine mi hanno rubato 300 euro e sono scappati via. Posso dire che questa non è la prima volta che con violenza riescono a intimidirmi e in ogni occasione hanno fatto dei danni e hanno portato via quello che gli capitava davanti. Purtroppo sono ancora molto scosso e traumatizzato“.
Nonostante i numerosi episodi, ha spiegato, “non ho mai fatto denunce perché ormai mi mancano le forze e ho molta paura di ritorsionida parte di questa gente violenta.
Come potete vedere il portone di casa ha molti danni e anche la porta. Finestre e tapparelle sono state distrutte. So che i miei vicini di casa sono preoccupati pure per le mie condizioni di salute. Con questa denuncia vi chiedo che vengano individuati e puniti gli autori di questi reati. Quando sono stato aggredito mi sono talmente spaventato da non ricordare i voltidegli aggressori”.