Le condizioni di Maradona sono stabili ma dall’Argentina rimbalzano notizie contrastanti. Mentre giungono conferme e rassicurazioni circa i “progressi costanti e l’eccellente decorso post operatorio” dopo l’intervento al cervello per rimuovere un edema subdurale, ricompare infatti lo spettro delle sue dipendenze che starebbero provocando non pochi problemi.
A sollevare il polverone è Alfredo Cahe, il medico che da sempre cura Maradona. Soprattutto nell’ultimo decennio, proprio nel periodo più buio del Diez. “Le sue condizioni oggi ricordano molto quelle di quando fu costretto a ricoverarsi a Cuba per disintossicarsi dalla cocaina”, ha avvisato Cahe con toni preoccupati. “Maradona – ha proseguito – ha sostituito la droga con l’alcool. Così è ingestibile”. (Continua..)
L’allarme lanciato da Cahe trova conferme nell’ultimo bollettino medico emesso da Leopoldo Luque, medico personale di Maradona riunitosi ieri con il collega per un confronto. “Il paziente progredisce bene e non presenta alcuno strascico a livello neurologico, tuttavia – ha ammesso Luque ieri sera – Maradona ha presentato episodi di confusione e sintomi riconducibili a una crisi d’astinenza, tra cui sudorazione accentuata e repentini sbalzi d’umore con attacchi d’ira.
Ha fatto il diavolo a quattro per tornarsene a casa, ma mi sono imposto. L’ospedale è il miglior luogo per accompagnarlo in questa fase del recupero”. Luque ha poi cercato di ridimensionare il quadro generale, sostenendo si tratti di “un problema dovuto allo stile di vita passato”, ma ha anche ammesso la necessità di mantenere il Diez ancora sotto sedativo. “Maradona resta sedato per via endovenosa, anche se stiamo progressivamente diminuendo le dosi. (Continua..)
Ma non ci saranno grandi cambiamenti di terapia nei prossimi giorni. Resterà ricoverato almeno fino a lunedì”, ha concluso Luque, aggiungendo che nel fine settimana non verrà emesso alcun nuovo bollettino medico. Nonostante la positiva evoluzione, “la riabilitazione richiederà tempo”, ha chiarito Luque. Resta da capire dove avverrà: a Cuba e in Venezuela (dove l’argentino è già stato ricoverato in passato per i problemi legati all’abuso di sostanze stupefacenti)
si sono offerti di ospitare nuovamente il Diez per aiutarlo in questa nuova sfida. Ma le complicazioni legate ai viaggi e agli spostamenti in periodo di pandemia rendono le ipotesi improbabili. L’intenzione di Maradona pare sia quella di svolgere la riabilitazione nella propria abitazione alle porte di La Plata. Ma al momento il suo staff medico propende per estendere il più possibile il ricovero ospedaliero per garantire un maggior controllo.