Sono da poco passate le otto e mezza di venerdì sera quando, chiamata dal servizio di sicurezza, la polizia municipale arriva alla Rinascente. Ma bloccare Marco Carta, 34 anni, imputato per concorso in furto aggravato, si rivela un’operazione più complicata del previsto. E non perché il cantante tenti di darsi alla fuga, ma per l’assalto dei fans. Selfie, abbracci, autografi, foto a raffica.
Proprio mentre stava uscendo dal grande magazzino insieme a Fabiana Muscas, 53 anni, che nascondeva in borsa sei magliette Neil Barret da 1.200 euro, i sostenitori hanno riconosciuto e accerchiato il cantante, ignari di essere finiti in mezzo a un arresto.
Per gli uomini del nucleo Reati predatori è stato un intervento movimentato, avvicinare Carta e riaccompagnarlo con discrezione all’interno per il controllo dei sacchetti ha richiesto più tempo del previsto. E quando sono spuntate le magliette senza placca antitaccheggio e il cacciavite, lui ha dato la colpa alla donna:
«È stata lei, è tutto nella sua borsa. Io non ho fatto nulla, non ho rubato». Versione ribadita in aula sabato mattina, ma in contrasto con il verbale del vigilante in borghese che li ha pedinati: «Lui entra nel camerino al terzo piano, lei resta fuori e gli passa una maglia alla volta, poi la borsa.
Quando Carta esce non ha più le maglie in mano». Ed è sempre il cantante, ripreso dalle telecamere, «a entrare e uscire immediatamente» dal bagno dove sono state trovate le placche. La coppia però non si è accorta dei piccoli adesivi antifurto, così è scattato l’allarme.
Il 20 settembre Carta sarà processato, a salvarlo dalla convalida del fermo è stata una sentenza della Cassazione del 2016 sulla detenzione della refurtiva, che al momento del fermo non era in suo possesso.