Giunti a Rebibbia, a poche ore dal pestaggio di Willy, Marco e Gabriele Bianchi sembrano preoccupati da una cosa soltanto.
A poche ore di distanza dal pestaggio di Willy Monteiro, secondo quanto riportato da Yahoo, l’unica preoccupazione di Marco e Gabriele Bianchi arrivati in carcere con l’accusa di omicidio preterintenziolale (poi cambiata in volontario) era la mancanza di acqua minerale e la costrizione a bere quella del rubinetto.
“In carcere solo acqua?!”
“Ma adesso saremo costretti a bere l’acqua di rubinetto?“.
Così avrebbero chiesto Marco e Gabriele una volta giunti a Rebibbia la sera di domenica 6 settembre 2020. Si tratta di uno di quei segnali di minimizzazione del fatto e di sostanziale indifferenza rispetto alle iniziative processuali intentate nei loro confronti che hanno spinto il Gip a modificare il capo d’imputazione in omicidio volontario.
I fratelli, intanto, hanno chiesto di essere isolati dagli altri detenuti per paura di ritorsioni. Al loro ingresso sono infatti stati accolti con sputi e manifestazioni di odio e disprezzo. La direzione della casa circondariale si sta quindi attrezzando per mantenere i tre ragazzi di Artena in isolamento. Nei giorni precedenti erano anche arrivate minacce di morte ai parenti e ai difensori.
Custodia cautelare in carcere
Nella mattinata di oggi, lunedì 14 settembre, i loro due legali cercheranno di confutare le ragioni della trasformazione dell’accusa facendo ricorso al Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Toccherà quindi al Tribunale quindi decidere se rigettare le loro istanze, rafforzando implicitamente la tesi di accusa, o accoglierle.
In questo ultimo caso non è escluso che ai tre ragazzi in carcere possano essere concessi gli arresti domiciliari.
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