Martina Ciontoli ha un nuovo amore e sta riprendendo in mano la sua vita, anche se circoscritta al carcere. Che sia tra quattro mura o che venga vissuta in piena libertà, la vita è sempre una e non va sprecata.
La donna è stata rinchiusa a causa dell’omicidio di Marco Vannini, il suo ex fidanzato, ormai avvenuto ben sette anni fa. Una colpa che sta scontando insieme a tutta la famiglia, anch’essa in carcere. Ma ugualmente lei cerca di trascorrere al meglio il tempo che le è stato dato, anche perché il posto in cui si trova è molto più tranquillo rispetto a tanti altri.
Martina Ciontoli è detenuta nel carcere di Rebibbia femminile, dove ci sono le prigioniere più tranquille, senza problemi di tossicodipendenza e che non creano problemi.
Perché la vita in prigione può diventare veramente difficile quando le compagne di cella vogliono solo picchiarti o molestarti. Sembra invece che la donna sia riuscita a crearsi un gruppo di amiche con cui condividere il tempo. Nel reparto ‘orchidea’ del carcere romano in cui si trova, le carcerate hanno a disposizione anche un balcone e la lavanderia, che non è assolutamente cosa da poco.
Sono state proprio queste amiche, trovate tra una cella e l’altra, a rivelare la presenza di un nuovo amore per Martina Ciontoli.
“Fanno tenerezza. Si vogliono bene” hanno svelato le detenute a la Repubblica. L’uomo non è in prigione ma va spesso a trovarla e i due vengono visti anche scambiarsi dei baci di nascosto. La condanna della donna è di nove anni, quindi ben presto potrà tornare in libertà e costruire un nuovo futuro, probabilmente proprio con quest’uomo che le sta affianco in questo periodo difficile. Non sappiamo come sia nata questa storia d’amore.
Possiamo solo sperare che non abbia lo stesso epilogo della precedente.
Tutto avvenne mentre Marco Vannini era in casa di Martina Ciontoli, all’epoca sua fidanzata, e stava facendo il bagno. Era la sera del 17 maggio 2015 e Antonio Ciontoli, padre della ragazza, era entrato nella toilette e gli stava mostrando due pistole. L’uomo infatti era un sottoufficiale dell’Aereonautica distaccato ai servizi segreti italiani. In quel frangente è partito un colpo che ha colpito in pieno il genero. Inizialmente la famiglia ha pensato si trattasse di una ferita superficiale, e ha aspettato ben venti minuti prima di chiamare l’ambulanza.
Antonio Ciontoli, piuttosto che prendersi le sue responsabilità e cercare di salvare Marco Vannini nel miglior modo possibile, ha pensato prima a un modo per uscire indenne dalla situazione. Trascorsi i venti minuti, ha chiamato i soccorsi raccontando di un piccolo incidente nel bagno e di un ragazzo che era caduto ferendosi con il pettine.
In sottofondo però si sentivano le sue urla di dolore. In realtà il proiettile aveva perforato il polmone del giovane e stava arrivando al cuore. 110 minuti dopo lui è morto in ospedale. Adesso tutta la famiglia, che ha confermato le sue bugie, si trova in prigione.