Comincia una nuova vita Massimo Bossetti. Il muratore di Mapello, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha lasciato ieri 9 maggio il carcere bergamasco per essere trasferito in una cella di Bollate, l’istituto penitenziario alle porte di Milano. Bossetti, attraverso una istanza dei suoi avvocati, aveva chiesto il trasferimento per poter tornare a lavorare malgrado lo stato di detenzione.
Con ogni probabilità, il muratore sarà inserito in uno dei tanti progetti del carcere di Bollate per coniugare la permanenza in carcere con quella professionale. Dichiarava lo stesso Bossetti non molto tempo fa:
“Vorrei essere trasferito in un penitenziario dove poter lavorare. Per non impazzire chiedo di poter essere utile, di lavorare. Oggi non ho più nulla, mi resta il pensiero dei miei figli e della mia famiglia“.
La richiesta di Massimo Bossetti arrivava dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato l’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio,
la 13enne scomparsa il 26 novembre del 2010 a Brembate di Sopra e trovata uccisa tre mesi dopo, in un campo di Chignolo d’Isola, a qualche chilometro di distanza dalla sua abitazione. Il muratore 47enne di Mapello era stato condannato anche in primo e secondo grado. Dopo il verdetto giunto nella tarda serata di ieri, Bossetti avrebbe trascorso la notte insonne e in lacrime.
Secondo la trasmissione di Retequattro Quarto Grado avrebbe inoltre incontrato il cappellano del carcere e la moglie.