Caso Massimo Bossetti, si torna a parlare dello stato di conservazione dei reperti del caso dell’omicidio di Yara Gambirasio per cui l’ex muratore è stato condannato.
Il caso di Massimo Bossetti continua tra colpi di scena e novità. Appena all’inizio di aprile si sapeva che le indagini della Procura di Venezia e partite da una denuncia dell’ex muratore di Mapello si avvicinavano a una conclusione. Si è parlato spesso in questi anni della possibile cattiva conservazione dei campioni di Dna, che per questo motivo potrebbero deteriorarsi. La Corte di Cassazione, ora, ha deciso di rimandare ai giudici di Bergamo la decisione sui ricorsi presentati dai legali di Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Caso Massimo Bossetti: le parole dell’avvocato
A rivelare gli ultimi sviluppi è stato l’avvocato Claudio Salvagni: “La Corte di Cassazione ha riqualificato il ricorso in opposizione, trasmettendo gli atti alla Corte d’Assise di Bergamo per un nuovo vaglio anche di merito.
Stavolta chiederemo un’udienza pubblica, dunque a porte aperte“, ha spiegato. Per capire i dettagli di quanto accaduto bisognerà attendere le motivazioni della sentenza.
Massimo Bossetti, le richieste della difesa del muratore di Mapello
Il caso di lunga data ha iniziato quando, per molte volte, i legali di Massimo Bossetti hanno chiesto di poter esaminare i reperti contenenti il Dna che ha rappresentato la prova regina nel processo contro il muratore di Mapello.
L’esame è stato sempre negato, ma tutto cambia il 27 novembre 2019, quando il presidente della Prima Sezione penale del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, autorizza la difesa all’analisi, salvo poi specificare poco tempo dopo che non sarebbe stato possibile fare una vera analisi ma solo una ricognizione.
I legali si informano per poter procedere e quel punto si scopre che tutto il materiale sarebbe stato confiscato.
Nel 2020, l’avvocato Salvagni aveva spiegato a The Social Post: “Abbiamo evidenziato che la consulenza effettuata dal Ris sul Dna nucleare presentava ben 261 anomalie.
A fronte di queste e della incredibile mancanza del Dna mitocondriale abbiamo sempre chiesto di poterlo esaminare, perché è una cosa stranissima ed inspiegabile in natura”.