L’emergenza non c’è, e serve solo a giustificare alcune misure. L’infettivologo Matteo Bassetti la tocca piano commentando l’andamento della pandemia e la minaccia della variante Omicron sulle feste di Natale e Capodanno. Il punto di osservazione da cui parte è quello del reparto di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova.
“In Liguria i casi più gravi, che arrivano in terapia intensiva, in questo momento sono 30 e 24 di questi sono pazienti non vaccinati” ha detto il primario a Cusano Italia Tv. “Negli altri reparti il flusso è continuo e arrivano sia vaccinati sia non vaccinati. I soggetti vaccinati però, se non hanno altri gravi problemi di salute e non sono immunodepressi, hanno dei quadri clinici molto più blandi e tranquilli.
Il vaccino quindi è stato in grado fino ad oggi di attenuare le forme più gravi di malattia. Ci sono molte persone che hanno il tampone positivo, ma questo non vuol dire che noi oggi siamo in emergenza per quel che riguarda la gestione dei casi”. Insomma, il discorso è chiaro, “stiamo contando come malati Covid dei pazienti che non sono Covid”. L’infettivologo confessa di aver segnalato “da tempo al ministero della Salute che si stanno facendo dei conti assolutamente sbagliati.
Se viene contato il malato Covid che va in rianimazione esattamente come un malato di altra patologia che ha un tampone positivo, vuol dire che viene fatto un conto solo per giustificare alcune misure”. Insomma, l’emergenza “serve” ma non c’è: “Dobbiamo dirlo forte è chiaro. È di emergenza per i non vaccinati, ma per quanto riguarda i vaccinati che entrano in ospedale con tampone positivo, è evidente che questi andrebbero scorporati dal computo totale dei malati Covid. Sbaglia il Cts?
Questo non lo dico, ma forse bisognerebbe dare maggiore ascolto a chi fa il medico e meno a chi fa il teorico” dice Bassetti nell’intervista. Sulle misure che il governo è in procinto di varare Bassetti è scettico: “Sento le tesi più disparate, come mettere i tamponi obbligatori per andare allo stadio anche a chi ha ricevuto tre dosi di vaccino. Sono tutti provvedimenti cosmetici.
L’unico provvedimento che bisognerebbe prendere con urgenza sarebbe quello di rendere il vaccino obbligatorio, approfittando di queste due settimane di chiusura delle scuole per vaccinare chi non è ancora vaccinato”. Come fare? L’infettivologo ha un piano: “Bisognerebbe dare la possibilità a tutti di vaccinarsi in strutture aperte senza prenotazione e dire che dal 10 gennaio chi non l’ ha fatto paga una sanzione. Non si tratta di imporre un tso come qualcuno dice, si tratterebbe di porre una sanzione amministrativa” a partire dai 40 anni in su. Voi cosa ne pensate? Lasciateci i vostri commenti sui social..