Il suo video alla fine dell’articolo. «Nel caso andasse tutto male, e qua faccio le corna, chiedo scusa a tutte le persone alle quali ho fatto del male, chiedo scusa a chi ho tradito». Gabriele Puccia, 27 anni, fisioterapista di Pegognaga è stato ritrovato nella notte tra il 30 e il 31 agosto dal Soccorso Alpino di Verona dopo alcune ore di ricerche tra i monti sopra la Valpolicella.
Il giovane, tra le 17 e le 18 di venerdì, aveva pubblicato sui social un video in cui spiegava di essersi perso durante un’escursione in montagna. Parole che suonano agghiaccianti dopo il tragico epilogo: «Non ricordo dove ho parcheggiato la macchina, magari riesco a trovare la via del ritorno», dice l’ex arbitro mantovano.
E spiega anche di non essere equipaggiato al meglio: «Mi presento a fare un’escursione con un paio di scarpe da ginnastica normali». Il video prosegue per qualche secondo, poi Gabriele saluta con una frase tragica e continua la sua marcia: «Nel caso andasse tutto male, e qua faccio le corna, chiedo scusa a tutte le persone alle quali ho fatto del male, chiedo scusa a chi ho tradito».
Il corpo di Gabriele Puccia è stato trovato alle 3 di notte sul greto del Rio Mondrago, dopo essere precipitato da un dirupo per circa dieci metri. Ad allertare il soccorso alpino è stata la sorella del ragazzo, che gli aveva consigliato l’escursione ed era rimasta in contatto WhatsApp con lui per tutto il giorno. Poi più nulla. Alle 22 è scattato l’allarme, di qui le ricerche e il ritrovamento dell’auto del giovane fisioterapista fresco di laurea. Poco dopo il corpo.
Il giovane, che stava passando una settimana di vacanza sul Lago di Garda, era partito in mattinata per un’escursione da solo e aveva inviato alcune foto alla sorella con immagini dai sentieri percorsi. Quando i carabinieri hanno rintracciato la sua auto parcheggiata a Malga Biancari, 6 squadre si sono portate sul posto e hanno iniziato a perlustrare i vari itinerari della zona. Verso le 3 il rinvenimento in località Rio Mondrago, dove il ragazzo era scivolato fuori dal sentiero e caduto per una decina di metri, riportando traumi letali.
Dopo che il medico del Soccorso alpino ne ha constatato il decesso, la salma è stata ricomposta e imbarellata. Tutti i soccorritori sono stati fatti convergere sul posto per poi trasportare la barella a spalla fino al ponte tibetano, dove è arrivata alle 5. Non appena è stato giorno, l’elicottero di Trento la ha recuperata con il verricello, per trasferirla a Malga Biancari e affidarla al carro funebre diretto all’ospedale di Borgo Roma. Hanno preso parte alla ricerca anche i soccorritori della Stazione speleologica.