«Devo iniziare a scrivere dicendo grazie, ma un semplice “grazie” non basta Ho trascorso qui a Bergamo i 5 anni migliori che un ragazzo avrebbe potuto vivere». Scriveva così Andrea Rinaldi, quando due estati fa aveva salutato l’ Atalanta e il vivaio dove era cresciuto come giocatore e maturato come ragazzo, per il salto in una prima squadra in prestito all’Imolese, in Serie C.
Il suo sogno di calciatore (passando prima dal Monza, poi l’ approdo a Zingonia nel 2013, all’età di 13 anni) era partito dal suo paese di Cermenate, nella Brianza comasca, dove venerdì nel tardo pomeriggio si è consumata la tragedia mentre stava facendo dell’attività fisica, a casa propria. (Continua…)
Ora lotta tra la vita e la morte, Andrea. Flebile, la speranza. È in condizioni disperate. Un malore improvviso, la corsa dell’ autoambulanza all’ ospedale di Varese, dove la situazione precipita velocemente a causa di un aneurisma cerebrale. La notizia arriva altrettanto veloce a Bergamo, sconvolgendo l’ ambiente del vivaio nerazzurro e toccando in particolare gli ex compagni dell’ annata 2000 e l’ allenatore Massimo Brambilla, che lo aveva avuto sia negli Allievi (Under 17) sia poi con la Primavera.
Un centrocampista, mezzala, non di fisicità ma di grande grinta: «Sono riuscito a togliermi qualche soddisfazione, partendo dalle grandi vittorie con mister Polistina, il Trofeo Arco di Trento per poi conquistare Scudetto e Supercoppa Under 17 con mister Brambilla e infine l’ ultima convocazione in Nazionale U18» diceva ancora in quel messaggio scritto al termine dell’ avventura con l’ Atalanta. (Continua…)
La sua prima squadra a Zingonia era stata quella dei Giovanissimi Regionali A (con mister Lorenzi), e tra i compagni di squadra poi arrivati fino alla Primavera c’ erano già Lorenzo Peli, ora in prestito al Como in C, e Nicolò Cambiaghi (tuttora nella Primavera come fuoriquota). Nella stagione attuale Rinaldi, 20 anni da compiere il prossimo 23 giugno, stava militando nel Legnano (dove era passato a titolo definitivo), squadra di Serie D nel girone B con tutte le compagini bergamasche, mentre lo scorso campionato – il primo lontano da Zingonia, in prestito – aveva vestito fino a gennaio la maglia dell’ Imolese per poi passare al Mezzolara, in D, sempre in provincia di Bologna.
Un centrocampista «stile Gattuso» a cui, in un’ intervista, aveva dichiarato di ispirarsi. Nell’ Atalanta invece il suo idolo era Freuler «perché oltre a essere molto bravo tecnicamente, riesce a mettere in campo sempre la giusta cattiveria agonistica». In nerazzurro aveva il vizio del gol, in particolare nelle finali scudetto: «Il gol segnato nel finale della partita con la Roma nelle Final Eight Under 17 (stagione 2015-2016, ndr) è stato il più emozionante in assoluto, insieme a quello segnato l’ anno successivo nella finale scudetto con l’ Inter – raccontava -. Contro la Roma eravamo sotto in una gara importante per la qualificazione alle semifinali e per me, che ero un anno più piccolo di tutti, è stata una soddisfazione enorme avere la fiducia di mister Brambilla: a 10 minuti dalla fine mi ha fatto entrare e sono riuscito a segnare un gol importante».