Muore all’improvviso davanti alla figlia a 51 anni per un emorragia cerebrale

di admin

Muore all’improvviso davanti alla figlia a 51 anni per un emorragia cerebrale

| sabato 04 Settembre 2021 - 18:41

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Muore all’improvviso davanti alla figlia a 51 anni per un emorragia cerebrale

(Le foto a fine articolo). Un’emorragia cerebrale l’ha uccisa a 51 anni. Lei, così solare e sempre sorridente, si è spenta improvvisamente. Una tragedia avvenuta in casa, davanti alla figlia. Tutta la città – in particolare il mondo del calcio – sono in lutto per la morte di Elisa Schettino, la moglie del calciatore Riki Di Bin, ex terzino amaranto cresciuto nelle giovanili del Torino – provincia della quale è originario, come Elisa – e che ha giocato anche a Parma, Prato, Catania, Piacenza, Alessandria e Modena.

Il calciatore – otto anni fa ha anche allenato il Sestri Levante, in Liguria, e prima ancora gli allievi del Viareggio – era al lavoro mentre la sua compagna di vita si è sentita male davanti alla figlia di 23 anni, Rita Di Bin. La ragazza, attorno alle 13 di lunedì 30 agosto, l’ha soccorsa chiamando subito il 112, che ha inviato un’ambulanza per il trasporto d’urgenza in ospedale.

Le condizioni di salute della cinquantunenne sono apparse subito gravissime e poco più di 24 ore dopo si è consumato il dramma. Con la morte cerebrale in ospedale e lo spegnimento dei macchinari che, fino a quel momento, hanno consentito alla donna di vivere nella speranza che potesse in qualche modo riprendersi. «L’emorragia cerebrale è stata del tutto improvvisa», sono le uniche parole del marito, che in Toscana ha militato anche nella Massese e nel Forte dei Marmi, senza mai abbandonare Livorno.

Città dove ha abitato durante la sua esperienza calcistica amaranto (fra il ’93 e il ’95) ed è tornato dopo aver finito la carriera. Da tempo, dopo aver gestito un ristorante, era stato nominato responsabile del negozio di via Di Franco, nella zona del mercato, di Vad Formaggi. «Una famiglia bellissima, sono dei grandi amici – commenta Michele Simonini, patron della catena e datore di Di Bin – e li ho conosciuti quando si sono stabiliti in città, negli anni Novanta.

È all’epoca che Riki giocava nel Livorno ed era mio dirimpettaio di pianerottolo in via Meyer, vicino al viale Italia. Elisa era una persona solare, sempre sorridente: buonissima e dolcissima. Era un piacere stare insieme a lei a parlare, una persona estremamente buona e cortese. Stavano insieme da 30 anni, ma per l’amore che provavano l’uno per l’altro sembrava che si fossero fidanzati da neanche tre mesi, tanta era la passione. Chi li incontrava non poteva che pensare questo, una coppia bellissima e piacevolissima con cui stare insieme».

Elisa ha seguito il marito in tutta Italia durante la sua carriera calcistica e faceva la casalinga. Si prendeva cura della famiglia: di Riki e della figlia Rita. Originari di Piobesi Torinese, vicino al capoluogo piemontese, avevano deciso che al termine della carriera del terzino – che a Livorno è stato dal ’93 al ’95 – sarebbero tornati ad abitare in città. Così hanno fatto, sempre in via Meyer. Una promessa mantenuta, quella che Riki aveva fatto alla moglie. Che da Livorno non si è mai spostata. Domenica scorsa, dopo aver trascorso una settimana dai parenti in Piemonte, la coppia era tornata in città e lunedì, nel giorno della tragedia, Di Bin era appena rientrato al lavoro. Poi la chiamata della figlia. E il gelo, nel pomeriggio di martedì scorso, con la morte in ospedale. Pubblicato su Il Tirreno

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