L’attrice si racconta in un’intervista, dalla fede incrollabile al mondo dello spettacolo passando per la malattia e la morte del papà.
Gravi problemi di salute l’accompagnano da anni, il più recente un intervento per ridurre il seno che non è andato a buon fine per cui ha rischiato la vita. Dopo l’operazione infatti Nadia Rinaldi ha evitato la setticemia solo per miracolo. E lei che è una fervente religiosa non può che essersi aggrappata alla fede in quegli istanti.
In una lunga intervista rilasciata a Di Più TV ha parlato proprio della sua devozione completa a Dio, solamente grazie alla preghiera è riuscita a sormontare gli scogli incontrati nel mare della vita. Il primo colpo, forse il più duro, è stato quello della morte del padre avvenuta quasi trent’anni fa.
L’uomo era giovanissimo, aveva cinquantacinque anni, Nadia all’epoca ventisettenne. Poi la nascita dei figli Riccardo e Francesca Romana le ha permesso di andare avanti, nonostante due matrimoni da dimenticare: il primo con Ernesto Ascione nel 2003 e il secondo con il pittore Francesco Toraldo, al quale è stata legata per soli due anni dal 2010 al 2012.
La fede contro le difficoltà, Nadia Rinaldi: “I colleghi mi chiamano bigotta”
Ad aiutarla nei momenti più complicati una fede che è stata messa a dura prova: “Ho visto fallire due matrimoni, i figli li ho dovuti crescere da sola. A volte vedo solamente un lungo tunnel, mai la luce in fondo. Mi vedono parlare da sola a casa ma in realtà parlo con Dio. Cosa chiedo? Di non dimenticarsi di me e di proteggere i miei ragazzi”.
Nel mondo dello spettacolo, questa qualità di Nadia non è vista di buon occhio: “I colleghi mi considerano bigotta ma io non avrei problemi a parlare di fede con loro. Certo, se sento una bestemmia mi passa proprio la voglia. Taglierei la lingua a chi lo fa: se non credi che bestemmi a fare?”.
Madre apprensiva che si affida alla religione per superare paure e preoccupazioni, va in chiesa o al mare per ritrovare la forza necessaria per proseguire con la propria vita: “Sono due luoghi che visito nei momenti di confusione profonda. Io credo molto, anche perché Dio non ti abbandona mai mentre tutti gli altri sì”. Eppure i genitori non l’hanno mai forzata a essere credente: “Loro non lo erano, papà meno della mamma. Non abbiamo mai frequentato la chiesa insieme ma non sono stati contrari al fatto che io e mia sorella ricevessimo i sacramenti”.
Per sé sogna un’udienza privata con Papa Francesco, che nonostante tutto non ha avuto modo ancora di incontrare. Saprebbe però già cosa fare davanti al Pontefice: “Gli chiederei semplicemente un abbraccio, così da infondermi un po’ di serenità – sì, mi sento poco serena. Sono certa che una sola parola da parte sua mi scalderebbe il cuore”.
Tanta sofferenza e dolore, la morte del padre e la malattia
La morte del padre è stato un duro colpo da mandare giù, a seguito della sua scomparsa Nadia ha cominciato a soffrire di attacchi di panico: “Il percorso di fede mi ha aiutato a metabolizzare le mancanze, non avere più un punto di riferimento come lui è stata tosta. È il mio angelo custode che se ne è andato troppo presto, aveva solo cinquantacinque anni”. Da quando è passato a miglior vita, nel 1994, l’attrice continua a sentirlo vicino e in suo figlio Riccardo rivede i suoi lineamenti.
Proprio in sala parto assistette a una sorta di apparizione: “È sempre al mio fianco, lo sento ovunque. Quando è nato mio figlio ho sognato che mi raccontava come sarebbe stato il piccolo. Ironia della sorte Riccardo è identico a lui, è il suo clone. Al momento del parto ero certa che fosse venuto lì a trovarmi, con un mazzo di rose in mano. Ricordo che mi diceva: ‘Dì all’ostetrica che c’è anche tuo papà con te’”.
È stata soltanto una delle prime avventure in ospedale, poi una serie di interventi per cui ha rischiato anche la vita.
Come quello per ridurre il seno che le avrebbe potuto procurare un’infezione letale, sono stati attimi di terrore. “Una delle tante visite in ospedale, quella per partorire. Anni fa sono finita sotto i ferri per altri motivi. Mi hanno inserito un bypass di addominoplastica, stavo rischiando la vita perché pesavo centocinquanta chili. Ora la bilancia segna sessantacinque. L’intervento andò male, dovetti ripeterlo, e non fu l’unico: mi sono operata anche al seno, alle cosce”.
Il tentativo di ridurre la pelle in eccesso sul seno in seguito al dimagrimento le ha causato gravi complicazioni, come ha raccontato a Storie italiane: “Mi si era riaperto tutto, era stata tolta troppa pelle. La cicatrice si è riaperta e perdevo liquidi dappertutto, stavo andando in setticemia. Avevano messo una protesti troppo grande e la pelle non ha retto, ricordo di aver sentito la carne che si lacerava, il rumore esatto. Sono stata un anno e mezzo senza seno, usavo l’ovatta a causa dell’infezione in atto”.