Neppure la morte ferma l’odio social. Nadia Toffa se ne è andata alle 7.39 a Brescia dopo aver lottato contro un tumore e appena qualche ora dopo, su Facebook, compaiono insulti alla sua memoria. La conduttrice delle Iene in vita era stata spesso vittima degli haters che la rimproveravano di spettacolarizzare la sua malattia: il male, come lo chiamava lei, non era l’unico mostro contro cui dover combattere.
E adesso che non c’è più gli haters continuano a imbrattare il web. A smascherarli stavolta è l’agenzia funebre Taffo,celebre per le sue campagne dissacranti. «Qualcuno ha utilizzato il nostro nome per pubblicare post meschini sulla morte di Nadia Toffa – scrivono sul loro profilo Facebook – Non è opera nostra, seguiranno denunce».
Poi compare il viso sorridente di Nadia, e quella frase da far rabbrividire: «Vendo protesi odontoiatrica in ceramica causa cessata attività, no perditempo. Citofonare Taffo». La Taffo pubblica screenshot con nomi e cognomi. C’è anche l’immagine di Nadia e la scritta. «Benvenuta in famiglia. Nadia Taffo».
I post vengono condivisi e ricondivisi in alcuni gruppi, alcuni commentano scherzandoci su, ma fortunatamente è maggiore lo sdegno: «E’ una vergogna», «Questo odio deve finire». Tempo fa la Toffa venne attaccata per aver definito il cancro «un dono», tanto che la stessa conduttrice aveva dovuto poi spiegare: «Intendevo dire che la malattia può essere un’opportunità per diventare più forte, senza farsi condizionare come ho fatto io. E se ce l’ho fatta io, possono riuscirci tutti».
Qualcuno non contento aveva commentato: «Tanto finirà presto all’obitorio» suscitando la sua risposta: «Io non gli auguro un cancro perché so cosa vuol dire e amo la vita di tutti. Se Dio l’ha messo al mondo, forse qualcosa di buono dovrà fare: siamo in attesa, illuminaci presto».
Il suo modo di affrontare la malattia, le foto mentre faceva la chemio sul letto d’ospedale, il ritorno alla conduzione delle Iene, dove si era presentata sempre con il sorriso sfoggiando parrucche colorate, dava fastidio a qualcuno. E soprattutto faceva paura. Perché Nadia, come ricordano amici e colleghi, era una guerriera e non mollava mai. E i guerrieri, si sa, sono difficili da sconfiggere.