Nichi Vendola, devastante lutto poco fa: “Non smetteremo mai di amarti”

di admin

Nichi Vendola, devastante lutto poco fa: “Non smetteremo mai di amarti”

| venerdì 24 Dicembre 2021 - 10:16

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Nichi Vendola, devastante lutto poco fa: “Non smetteremo mai di amarti”

Il ricordo con tutte le foto a fine articolo. «Riemergere dal dolore non è facile, è come uscire dall’oscurità ed essere travolti dalla luce: è una sensazione di sbandamento, di cecità, di perdita dell’orientamento. Gianni è morto ed è strano che la vita continui, che risuonino le canzoni di Natale, che oggi persino risplenda il sole. Sono state settimane faticose, l’avanzata del cancro è stata implacabile, e gli ultimi giorni, le ultime ore, l’ultima notte con la luna piena, gli ultimi fiati, tutto questo Gianni lo ha vissuto con la più lucida consapevolezza della fine.

A primavera gli era stato diagnosticata la presenza nei polmoni di quell’ospite molesto. E lui lo aveva affrontato di petto, combattendo come un leone, continuando a sorridere, a lavorare con lo scrupolo e la passione che lo rendevano un medico assai amato, continuando a offrire al mondo la sua umanità generosa, allegra, scanzonata. Io ero orgoglioso di lui, della sua onestà intellettuale, della sua curiosità, della sua vita”.

L’ex governatore poi ricorda gli anni della giovinezza trascorsi in famiglia e dell’impegno politico: “Siamo stati una famiglia umile ma felice, la nostra infanzia splendeva sul mare di Giovinazzo o nella povera campagna dei parenti, eravamo una famiglia di famiglie con un esercito di zie zii e cugini, crescendo noi figli studiavamo e lavoravamo, l’estate si partiva a fare i camerieri e portavamo a casa i soldi che contribuivano al bilancio familiare.

E la politica a casa mia, in una casa di cattolici comunisti, era un modo naturale di partecipare al dolore e alle speranze del mondo. I lutti hanno questa capacità di disseppellire miriadi di ricordi, di risvegliare il passato più remoto. Io nuoto da settimane nell’oceano della mia vita da bambino, sono con Gianni e Enzo attorno al braciere e mamma col pancione in attesa di Patty, papà ci racconta qualche storia e noi mangiamo arance e con le bucce d’arancia profumiamo i carboni del braciere”.

“Gianni – prosegue – era il più grande e ci proteggeva. Ha continuato a proteggerci per tutta la vita. Saggio, buono, nemico della retorica, sempre capace di prendersi cura degli altri. E alla fine ci ha insegnato la dignità del morire, ha salutato tutti quelli che poteva ed è andato via. Io non riesco a togliermelo di dosso, sento il suo affanno e ancora vedo i suoi occhi che ti scrutano ironici: per vedere quanta paura hai tu della sua morte. Si dicono tante cose altisonanti quando muore una persona cara:

Gianni non apprezzerebbe. Lui avrebbe una battuta anche per il suo funerale. Io – termina il post di Nichi Vendola – voglio solo dirgli grazie per essermi stato sempre vicino, per avermi curato, difeso, accompagnato, per aver riso con me e pianto con me. Per avermi insegnato tante cose della vita e tante cose anche della morte. Ecco, Gianni bello mio: il dolore ci spezza e ci educa. Il dolore della tua perdita è insopportabile. Ma è bello pensare che non smetteremo mai di amarti”.

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