Noemi, si teme per la vita di Armando del Re in carcere: “I bambini non si toccano” è il codice d’onore dei detenuti

di redazione

Noemi, si teme per la vita di Armando del Re in carcere: “I bambini non si toccano” è il codice d’onore dei detenuti

| sabato 11 Maggio 2019 - 13:16

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Noemi, si teme per la vita di Armando del Re in carcere: “I bambini non si toccano” è il codice d’onore dei detenuti

Si chiama Armando Del Re, l’uomo che è stato arrestato con l’accusa di essere colui che ha sparato venerdì 3 maggio in piazza Nazionale a Napoli, ferendo gravemente la piccola Noemi. A catturarlo sono stati i carabinieri, ma nelle ricerche e nella caccia all’uomo, coordinata dalla Procura di Napoli, sono state impegnate tutte le forze di polizia. Del Re, originario dei Quartieri Spagnoli di Napoli, è stato fermato in provincia di Siena. Anche suo fratello è stato fermato: entrambi risultano avere precedenti per reati di dro_ga.

E’ stato braccato a Siena e per Armando Del Re, il presunto killer di Noemi, si sono aperte le porte del carcere. Una ricerca incessante quella delle forze dell’ordine andata avanti 7 giorni. Ma la detenzione potrebbe rivelarsi per il 29enne del Monte Rosa un vero inferno. In questi giorni il popolo napoletano ha inveito soprattutto sui social contro il sicario che ha colpito lo scorso venerdì Noemi in piazza Nazionale. Al momento dell’arresto sono stati migliaia i messaggi contro Del Re.

E l’antica legge del carcere, il codice d’onore che vige nel penitenziario tra i detenuti, prevede punizioni esemplari inflitte contro i pedofili, gli stupratori e gli assassini di bambini. Armando Del Re per quel proiettile sparato contro Noemi potrebbe essere esposto al rischio di vendette e ritorsioni nel carcere napoletano.

E’ un sottobosco violento, quello delle carceri, fatto di aggressioni, pestaggi nei corridoi, violenze durante l’ora d’aria, stupri anali sotto la doccia. Una giustizia sommaria che ha punito gli autori di alcuni tipi di reati, quelli ai danni dei “più deboli”, secondo un codice mafioso che si è rapidamente diffuso negli ultimi decenni anche tra i criminali comuni.

La detenzione di un carcerato può diventare un incubo. E nei casi estremi portare alla morte. “I bimbi non si toccano”, è questa la legge tacita in vigore da sempre tra i carcerati e le mafie di tutto il mondo. E sono tantissimi gli episodi di pedofili o infanticidi costretti a subire violenze di tutti i tipi. Il più recente è quello di Antony Palma, un pedofilo di origini italiane massacrato a colpi di calci e pugni in un carcere dell’Oklahoma. Era stato condannato per aver abusato di un bimbo di 8 anni.

In Italia, ha fatto scalpore, due anni fa, il caso di Raimondo Caputo, l’uomo accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna Loffredo nel parco Verde di Caivano. Fu linciato nel carcere di Poggioreale e salvato da due agenti della Penitenziaria.

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