Fatalismo e speranza. Vittorio Sgarbi è “colpito” ma non sotto choc per l’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Perché in fondo, spiega il critico d’arte al Quotidiano nazionale, “anche gli incendi fanno parte della storia dell’arte”
e in ogni caso, a differenza dell’11 settembre a cui è stato paragonato per forza evocativa, questo evento “si riduce a un incidente di cantiere senza altre implicazioni”. Insomma, assicura Sgarbi, “la risposta sta nel rogo. E la scintilla nelle impalcature dei restauri che hanno issato il fuoco.
La procura di Parigi non dovrà faticare molto a mettere in fila gli eventi”. Oltre tutto, non siamo di fronte a una perdita artistica irreparabile:
“Opere come Notre Dame sono il frutto di secoli di lavoro. Hanno alle spalle un’esistenza plurisecolare di modifiche, abbellimenti, restauri.
Se guardiamo alle fiamme di queste ore con il metro della storia, capiamo che nulla è definitivamente perduto. Facciata e perimetro sono salvi. Andranno ricostruite la crociera e le guglie.
Paradossalmente a crollare è stata una delle parti più recenti, frutto di un restauro di metà Ottocento”. Sgarbi vede positivo: “Io dico che in una decina d’anni tutto sarà a posto. Tra dieci anni Notre-Dame sarà più bella di prima”.