A tarda notte dopo un lungo tira e molla con le Regioni il Dpcm che mette la museruola alla movida, vieta feste cerimonie se non per pochi intimi e fa appendere gli scarpini al chiodo ai dilettanti della pelota è stato firmato dal premier Conte. Anche se nella notte era arrivato l’ennesimo stop. A chiedere un time out era stato il governatore emiliano, nonché presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Preoccupato per le ricadute che il provvedimento potrà avere per settori già allo stremo, come quello della ristorazione. Ma perplessità le aveva espresse anche il governatore campano Vincenzo De Luca, che preoccupato dell’escalation di contagi nella sua Regione ha insistito per il passaggio da subito alla didattica a distanza per tutte le scuole superiori.
Proposta appoggiata anche da altre Regioni, ma che viene vista come una resa dal governo, che proprio sulla ripresa della didattica ha puntato le sue fiches per convincere gli italiani che, nonostante tutto, il Paese non si ferma. Ma quelli destinati a far più discutere sono i divieti imposti dentro casa che alla fine potrebbero anche saltare per le perplessità di ordine costituzionale sollevate dal Colle. Si parlava di vietare le feste all’interno delle mura domestiche con più di 6 ospiti. Un’altra idea è limitare banchetti e festeggiamenti dopo le cerimonie (matrimoni e battesimi) a un massimo di 30 partecipanti. Addio per ora anche a calcio, calcetto, volley e tutti gli sport in genere praticati a livello amatoriale, mentre a livello agonistico si potrà giocare. Nessuna nuova stretta per cinema e teatri. Già sull’orlo del collasso. (Continua…)
Addio ai viaggi scolastici per otto milioni di ragazzi – Con il decreto otto milioni di bambini e ragazzi dovranno dire addio a gite scolastiche, gemellaggi e attività didattiche fuori sede. Sortite extra-scolastiche che consentono a tanti studenti di scoprire il teatro o un artista visitando una mostra. Dove non sarà possibile partecipare ad attività di «alta formazione artistica musicale e coreutica» si farà ricorso alla didattica a distanza. Se la situazione dovesse peggiorare scatteranno invece le altre misure previste dal piano anti-Covid stilato da esperti di Cts ed Iss e recepito da una circolare firmata oggi dal ministro Speranza. Restrizioni che vanno dal divieto di attività a rischio contagio, come educazione fisica o musica, al ritorno della didattica a distanza. Misura che la Campania avrebbe voluto inserita da subito nel Dpcm ma che le singole regioni potranno adottare a fronte di un peggioramento dell’epidemia.
Basta calcetto e basket con gli amici, ma palestre e piscine restano aperte – Niente più sport di contatto, almeno quelli amatoriali. La partita tra amici o il piccolo torneo di quartiere per intenderci. Perché gli stessi sport in ambito dilettantistico si potranno continuare a praticare. Questo sempre che le società sportive alle quali si è iscritti abbiano adottato i protocolli già stilati per limitare i contagi. Ma i 10 milioni di appassionati che praticano per tenersi in forma dovranno per ora dire addio a calcio, calcetto e calciotto, basket, beach volley, pallavolo, pugilato e arti marziali. Stop a danza e balli di gruppo. Si salvano invece gli amanti di tennis, padel, footing e running. Si potrà continuare a frequentare le palestre, ma rispettando le regole già varate. Aperte le piscine, ma non per la pallanuoto. Resta fissata a quota mille la presenza di tifosi negli stadi, mentre nei palazzetti dello sport, dove il limite era di 200 presenze, si potranno occupare il 15% dei posti fino a un tetto di mille spettatori. In cinema, teatri e sale musicali il limite fermo a 200 spettatori – Nessuna nuova stretta per cinema, teatri e sale da concerto che continueranno ad ospitare fino a un massimo di 200 spettatori. Fermo restando che si dovrà mantenere il metro di distanziamento e la mascherina. (Continua…)
Quindi si assisterà agli spettacoli con il posto accanto libero, a meno che ad occuparlo non sia un convivente. La bozza di decreto precedente riduceva la capienza massima a 100 spettatori. Un ennesimo limite che ha messo in subbuglio tutto il mondo dello spettacolo e che ha spinto il ministro della Cultura Franceschini a intervenire impedendo la stretta. Alla quale tra l’altro le Regioni potranno continuare a derogare, mentre le ordinanze già emesse saranno fatte salve con lo stesso Dpcm. Per gli spettacoli all’aperto confermato il limite di mille spettatori. Restano chiuse discoteche e piste da ballo. Basta consumazioni davanti a pub e bar dopo le 21 – Il decreto prova ad accendere il semaforo rosso alla movida. Prima di tutto ristoranti, bar, pub, gelaterie e pasticcerie dovranno abbassare la saracinesca alle 24 se fanno servizio al tavolo. Alle 21 se si consuma solo al bancone. Quindi, niente sosta davanti ai locali con il cocktail o la birra in mano dopo il nuovo coprifuoco. Resta consentito il take away, ma «con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21». Un altro modo per cercare di impedire gli assembramenti notturni davanti ai locali. Tutte le attività di ristorazione, specifica il decreto, saranno comunque consentite a condizione che le regioni «abbiano preventivamente accertato la compatibilità» delle stesse attività «con l’andamento della condizione epidemiologica nei propri territori». Come dire che se la situazione peggiora si chiude.
Stop alle feste private in casa, massimo 30 invitati alle cerimonie – Addio feste private. Il ministro Speranza ha fortemente voluto il «divieto assoluto» di celebrare in casa compleanni, feste di bambini o di imbandire tavolate con amici e parenti. A festeggiare saranno massimo 6 persone, limite che può essere superato se a festeggiare sono solo i conviventi. Chi controllerà poi il divieto è un altro paio di maniche. Ma al ministero della Salute fanno osservare che già oggi i vicini di casa possono chiamare le forze dell’ordine quando qualcuno festeggia in modo un po’ troppo invadente. Il Dpcm ribadisce l’obbligo di mascherine all’aperto, ma, come annunciato dal premier Conte, il provvedimento conterrà anche «una forte raccomandazione» all’uso dei dispositivi di protezione nelle abitazioni private in presenza di persone non conviventi. Dove sarà più facile applicare il divieto è ai banchetti che seguono a matrimoni, anniversari e festeggiamenti vari, dove scatta il numero di massimo 30 invitati. Smart working al 70% nel pubblico, incentivi per sanificare gli uffici – Il decreto preme l’acceleratore sullo smart working, del quale si è fatto ampio uso nelle prime settimane dopo il lockdown, ma che ha un po’ ceduto il passo al lavoro in presenza negli ultimi mesi. Fatto che ha finito per favorire l’affollamento dei mezzi pubblici di trasporto, facendo saltare le regole di sicurezza del distanziamento a bordo di bus, tram e metro. Il testo non fissa più una quota del 70% di dipendenti e lavoro agile ma raccomanda comunque d’incentivare smart working, ferie, congedi retribuiti per i dipendenti e di applicare i protocolli di sicurezza anti-contagio come l’uso della mascherina dove non sia possibile mantenere il metro di distanziamento. Il decreto chiede che siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro anche utilizzando forme di ammortizzatori sociali. E per passare dalla scrivania in ufficio a quella di casa non servirà stipulare accordi individuali con i lavoratori.