Notizia certificata e riportata da Il Corriere della Sera. Zone rosse nelle aree dove l’Rt supera l’1,5, divieto di spostamento tra le Regioni, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, limitazioni per le altre attività commerciali e coprifuoco anticipato. Sono le misure principali che potrebbero essere contenute nel prossimo Dpcm. Il Comitato tecnico scientifico ritiene che non ci siano al momento le condizioni per bloccare l’Italia come avvenuto nella prima fase.
Gli esperti suggeriscono però al governo di procedere subito con lockdown locali a livello provinciale. “La trincea degli ospedali va difesa il più possibile – spiega il ministro Boccia -e le Regioni hanno il termometro che abbiamo noi per decidere le misure. Quando è necessario alzare la difesa serve farlo senza tentennamenti. Avranno al proprio fianco il governo”. (Continua..)
Il governo inserirà nel Dpcm i criteri di valutazione e poi dovranno essere i governatori, d’intesa con il ministro della Salute Speranza, a stabilire dove e con quale intensità imporre le nuove restrizioni. Lockdown locali interesseranno dunque le aree metropolitane se la situazione non è uniforme nell’intera Regione.
In particolare si potrà agire sulla chiusura delle scuole disponendo la dad al 100%, sugli orari di apertura dei negozi disponendo eventualmente lo scaglionamento degli ingressi, sugli orari di chiusura di bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie che potranno essere ulteriormente limitati rispetto a quanto stabilito a livello nazionale. (Continua..)
Con tutta probabilità non sarà più possibile lo spostamento fra regioni se non per comprovate esigenze di lavoro, di salute oppure emergenze che dovranno essere giustificate con un’autocertificazione. Alcune Regioni hanno già disposto la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana. Nelle aree dove l’aggressività del virus è più evidente, gli amministratori locali potranno imporre la serrata totale.
Si valuta anche l’anticipo del coprifuoco, al momento alle 23 in alcune Regioni e alle 24 in altre. L’orario di riferimento potrebbe essere fissato per le 20 o le 21. Questione delicata è quella dei ristori per le attività commerciali costrette a chiudere o limitare gli orari. Si valuta un ulteriore stanziamento che si aggiunge a quelli già previsti nel decreto varato la scorsa settimana.