Nuovo focolaio in Italia, decine di positivi: 3 sono in gravi condizioni

di admin

Nuovo focolaio in Italia, decine di positivi: 3 sono in gravi condizioni

| venerdì 19 Giugno 2020 - 20:24

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Nuovo focolaio in Italia, decine di positivi: 3 sono in gravi condizioni

Notizia certificata e riportata dal ilsecoloxix.it. San Salvatore Monferrato – Undici casi di coronavirus tra gli ospiti della Rsa della Madonna del Pozzo a San Salvatore, dove la struttura è ospitata accanto al bel santuario alla periferia del paese . E anche due operatori socio-sanitari contagiati. La notizia del focolaio è stata diffusa dal sindaco Enrico Beccaria, che ha chiesto ai concittadini di «non abbassare la guardia e quindi di continuare a rispettare le misure di sicurezza, perché il pericolo è ancora incombente per tutti».

Su 60 ospiti della struttura dell’Oda (Opera diocesana di assistenza) diretta da Massimiliano Vacchina, fra gli 11 ospiti che sono risultati positivi ai tamponi solo tre avevano sintomi piuttosto gravi e l’altra notte sono stati trasferiti all’ospedale di Casale Monferrato, prima al Dea poi nel reparto di Malattie infettive, che dall’Asl era stato individuato fino a fine anno come unica struttura in provincia per accogliere malati di questo tipo. Gli altri otto ospiti risultati positivi, ma praticamente senza sintomi, sono stati invece trasferiti in questi giorni alla clinica Salus di via Trotti ad Alessandria per salvaguardare gli ospiti negativi. (Continua…)

Una decisione assunta dalla direzione dell’Oda, perché il personale che dovesse passare da zone di contagiati Covid ad altre con ospiti negativi dovrebbe indossare camici differenti, cambiandosi completamente. Questo creerebbe problemi di organizzazione, anche alla luce del fatto che due Oss sono a casa in quanto contagiate e altre sono sotto osservazione. Il focolaio si è manifestato nella Rsa di San Salvatore solo qualche giorno fa. Un ospite era stato portato all’ospedale di Alessandria per visite ed esami. Tornato alla struttura, nei primi giorni di giugno gli era stato effettuato il tampone, risultato negativo. Ma dopo qualche giorno, e in presenza di sintomi di contagio, gli era stato rifatto il tampone, con risultato positivo. Ricoverato all’ospedale di Alessandria, era mancato nel giro di poche ore. Così il contagio ha cominciato a fare il suo corso. «Al 21 maggio – dice il dottor Roberto Stura – responsabile dei Distretti Asl di Valenza e Alessandria – i tamponi eseguiti sui 60 ospiti erano stati tutti negativi».

L’altro pomeriggio è intervenuto nella struttura il dottor Luigi Fruttaldo, ex primario di Malattie Infettive dell’ospedale Santo Spirito, che è stato nell’ultimo mese direttore sanitario della struttura Padre Pio di Casale (sempre dell’Oda), in un’opera di continuità assistenziale a una ventina di pazienti, per lo più non autosufficienti, guariti dal coronavirus ma con tampone ancora positivo. Quindi impossibilitati a tornare a casa propria per la quarantena da effettuare in luogo protetto. «In un primo tempo – dice Fruttaldo – si pensava di tenere gli ospiti della Madonna del Pozzo all’interno della struttura, per farli seguire dai medici dell’Usca (Unità speciale di continuità assistenziale)» che in Monferrato stanno funzionando con l’assistenza diretta nelle case di riposo e usufruendo di medicinali che si sono rivelati utili alla cura del Covid. (Continua…)

«Per questo – aggiunge Fruttaldo – avevo già eseguito l’elettrocardiogramma a ognuno di loro e una visita per appurare che non avessero altre patologie in corso, che aggravassero la situazione». Isolamento precauzionale. La direzione della struttura sansalvatorese ha però preferito isolare i pazienti risultati positivi da quelli negativi. Ecco perché la scelta del trasferimento in ospedale a Casale e nella clinica di Alessandria deciso dalla direzione dell’Oda e dal direttore sanitario dottor Giovanni Negri. Massimiliano Vacchina, che oltre ad essere direttore dell’Oda lo è anche della casa di riposo Villa Serena di Moncalvo, durante il periodo di maggiore emergenza coronavirus aveva lamentato «che le strutture per anziani sono state lasciate sole. In presenza di un decreto governativo che invitava solo a diminuire gli accessi alle case di riposo e nonostante solo alcuni sindaci avessero emanato ordinanza di divieto assoluto di accesso, sin dal primo giorno abbiamo interdetto l’accesso nelle strutture a parenti, fornitori e visitatori». Anche la Rsa della Madonna del Pozzo aveva osservato queste disposizioni. Fin dal 23 febbraio.

Alessia Morbello, direttrice della struttura, dice che «la situazione è in via di accertamenti. La presenza di medici e della direzione dell’Oda sono la testimonianza che siamo sempre dalla parte degli ospiti, ma non vogliamo creare allarmismo tra i familiari dei ricoverati». Il sindaco Beccaria intanto sottolinea che «proprio di fronte a quanto stava accadendo negli ultimi giorni abbiamo chiesto insistentemente di fare tamponi. La situazione di San Salvatore non è affatto isolata ed è per questo che faccio appello al senso civico della popolazione perché siano rispettate le disposizione di sicurezza». Studio provinciale. Intanto, Federica Grosso, dell’Ufim, lancia un appello per volontari che si prestino a uno studio provinciale su persone che continuano a presentare un tampone positivo pur con sintomi molto lievi. Per questo sono bloccate in casa in quarantena da circa due mesi. Lo studio, con cui si intende esaminare l’effetto del Covid sui linfociti, che parrebbero essere paralizzati dalla malattia, verrà condotto con la collaborazione del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Alessandria, del laboratorio analisi e della struttura ospedaliera che si occupa del mesotelioma e sarà sostenuto dall’associazione Solidal per la ricerca con il supporto del Rotary di Alessandria .

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