Nel Regno Unito sono stati registrati tre casi di Febbre di Lassa, una malattia infettiva potenzialmente letale provocata da un arenavirus, il virus Lassa (Lassa mammarenavirus) o LASV. La patologia si trasmette attraverso il contatto con oggetti contaminati da feci e urine di roditori positivi, oltre che con i fluidi corporei delle persone contagiate. Uno dei tre pazienti identificati nel Regno Unito è deceduto, un altro è sotto cure specialistiche presso il Bedfordshire Hospitals NHS Foundation Trust, mentre il terzo è guarito.
Tutti e tre i casi sono legati a un recente viaggio in Africa Occidentale, dove la malattia risulta endemica. Ad annunciare i casi di Febbre di Lassa è stata l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), che al momento è impegnata nel tracciamento di tutte le persone che hanno avuto contatti stretti con i positivi. L’agenzia conferma che i rischi per il pubblico sono bassi, proprio alla luce delle modalità di trasmissione dell’infezione.
Non si tratta infatti di un patogeno respiratorio che si trasmette per via aerea, come il coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della pandemia di COVID-19. Come indicato dagli autorevoli manuali MSD per operatori sanitari, i tre serbatoi principali della Febbre di Lassa sono i ratti Mastomys natalensis, Mastomys erythroleucus e Hylomyscus pamfi, oltre al topo pigmeo Mus baoulei.
Queste specie vivono abitualmente nelle case in Africa occidentale, dove si verificano regolarmente ondate epidemiche. In Nigeria all’inizio del 2020 si registrarono una trentina di morti a causa di un focolaio. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) degli Stati Uniti indicano che il numero di infezioni, in questa parte dell’Africa, è compresa tra le 100mila e le 300mila ogni anno. 5mila le vittime. Casi sporadici vengono registrati anche negli Stati Uniti, in Germania, Svezia e nel Regno Unito, dove gli ultimi casi erano stati registrati nel 2009.
La febbre di Lassa è una febbre emorragica con un periodo di incubazione compreso tra i 5 e i 16 giorni. Come indicato dai Manuali MSD, nell’80 percento dei casi l’infezione da Lassa virus determina infezioni lievi, tuttavia nel restante 20 percento si scatenano “severe malattie multisistemiche”. Tra i sintomi si segnalano febbre progressiva, affaticamento, malessere generale e varie condizioni gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea.
Possono manifestarsi sanguinamento dalle gengive e dal naso, acufeni, tosse, mal di gola, vertigini e perdita dell’udito, che in alcuni casi è permanente. Tra le complicazioni vi sono shock, convulsioni e delirio. Il tasso di mortalità è compreso tra il 16 e il 45 percento per i pazienti che sviluppano una malattia multisistemica grave, ma è molto più alto nelle donne in gravidanza o che hanno appena partorito, dove fino al 92 percento. Altissimo anche il rischio di aborto. Come specificato dai Manuali MSD, il trattamento si basa su rivabirina e terapie di supporto. Ad oggi non esiste un vaccino per prevenire l’infezione. Notizia certificata e riportata da FanPage.it.