Si sono vissuti momenti drammatici all’arrivo della 10 km inseguimento di biathlon femminile a Pechino, gara che ha visto la nostra Dorothea Wierer piazzarsi sesta dopo la medaglia di bronzo vinta due giorni fa nella sprint. Il podio sembrava ormai scolpito quando mancava meno di un chilometro all’arrivo, con la fuoriclasse Roiseland lanciata verso il suo terzo oro in queste Olimpiadi, la svedese Oeberg seconda e l’altra norvegese Ingrid Tandrevold saldamente al terzo posto.
Ma quando le telecamere hanno staccato sul traguardo, di quest’ultima si sono perse le tracce: è stata dunque la connazionale Tiril Eckhoff, come sempre un treno sugli sci, a presentarsi per terza, con via via alle sue spalle Hanna Sola, Linn Persson e la Wierer. Soltanto dopo parecchio tempo si è vista spuntare in fondo alla retta d’arrivo la Tandrevold ed è lì che ci si è resi conto che la 25enne biathleta scandinava era in grandissima difficoltà, essendo rimasta vittima di una crisi pazzesca proprio quando mancava qualche centinaia di metri all’arrivo.
Sempre più stremata, l’atleta norvegese si è vista superare da molte concorrenti, ma nel più autentico spirito olimpico non ha mollato e si è comunque trascinata al traguardo, chiudendo in 14ª posizione, ad oltre un minuto dalla Eckhoff terza. Per capire la misura del crollo, ad un chilometro dall’arrivo nella corsa al bronzo era avanti lei di 21 secondi. La Tandrevold si è accasciata sulla neve appena superata la linea del traguardo, restando lì per lunghi minuti, durante i quali il fiato è rimasto sospeso in attesa di notizie rassicuranti. “Aiutatela, aiutatela per favore, che qualcuno si muova! – ha esclamato il telecronista di Eurosport – Mamma mia… forza, soccorriamola per favore, staccatele gli sci!”.
Fortunatamente la grande paura che il malore potesse avere conseguenze peggiori è rientrata e successivamente la federazione norvegese ha fatto sapere che “adesso Ingrid è sveglia e in piedi, uno dei nostri medici se ne sta prendendo cura”. La ragazza norvegese – che in carriera vanta 6 medaglie mondiali, di cui 3 ori – aveva sbagliato una sola volta al tiro nei quattro poligoni e sembrava poter mettere le mani sulla sua prima medaglia olimpica, ma la devastante crisi ha stroncato i suoi sogni e dopo essere stramazzata sulla neve sono state proprio le colleghe, in primis la connazionale e amica Roiseland, ad accorrere verso di lei per sincerarsi delle sue condizioni.
Peraltro non è la prima volta che alla Tandrevold accade qualcosa del genere: era già successo nella sprint di Oberhof dell’anno scorso, quando si era ritirata a metà gara. “Ho iniziato ad avere una fibrillazione atriale quando mi sono mossa dal materassino dopo l’ultimo tiro – aveva detto in quella circostanza – ho iniziato a sentirmi poco bene e perso completamente tutte le energie in corpo. Ho subito riconosciuto i sintomi, mi era già accaduto in passato, sempre qui ad Oberhof nel 2017.
All’epoca venni esaminata al centro olimpico in Germania e in patria ad Oslo, nessuno trovò alcuna irregolarità. Ovviamente ho fatto anche tutti i controlli cardiaci prima della stagione senza trovare alcun problema”. A quanto pare stavolta non si tratterebbe di un problema cardiaco, ma di una crisi ipoglicemica. “Ha provato il possibile e fatto di tutto per seguire la Oeberg – ha detto ai giornalisti il medico della squadra norvegese Lars Kolsrud – Era completamente svuotata in cima alla collina e a malapena è arrivata al traguardo. Quando è arrivata era molto dispiaciuta, perché ha perso la medaglia ed era completamente senza forze. Non era priva di sensi ma era molto, molto esausta. Non ha detto nulla tranne: ‘Ho rovinato tutto’…”.