Omicidio Luca Sacchi, “Andate a fanc*lo” Anastasiya urla la sua rabbia

di admin

Omicidio Luca Sacchi, “Andate a fanc*lo” Anastasiya urla la sua rabbia

| venerdì 01 Novembre 2019 - 14:23

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Omicidio Luca Sacchi, “Andate a fanc*lo” Anastasiya urla la sua rabbia

Ieri sera a Chi l’ha visto? è stato mostrato un video in cui Anastasia Kylemnyk ha mandato a quel paese i giornalisti che la aspettavano sotto casa per intervistarla.

“Che ci fate qua? Dovete andare affanculo. Adesso ve ne dovete anna’. Pure te. Che cazzo famo co’ sto microfono qua? Andate a fare in culo! State ovunque”, dice lei davanti alle telecamere. (Continua…..)

In lacrime, in conferenza stampa, il padre di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla nuca a Roma la sera del 23 ottobre. “Mio figlio è morto senza sapere il perché, era pulito e sincero, gli dicevo di non fidarsi”, racconta Alfonso Sacchi che tra le lacrime aggiunge:

“Era un figlio stupendo, sempre col sorriso, pronto allo scherzo. ‘Oh pa’, facciamo questo, facciamo quest’altro’ mi diceva. Aveva tanta voglia di vivere, lo sport era nel suo sangue fin da piccolo. Il calcio, la palestra, le moto: questo era mio figlio”. «Perché voi sapete cosa fanno i vostri figli quando escono di casa?». Alfonso Sacchi lo dice con la voce ferma, vincendo l’emozione, il dolore, lo strazio. (Continua…..)

Mette via il fazzoletto bianco con il quale fino a poco prima ha asciugato le lacrime, premendoselo sul volto per ritrovare un po’ di calma. Poi risponde alle domande della platea di giornalisti che i suoi avvocati Armida Decina e Paolo Salice hanno convocato in un salone dell’Appia Park Hotel, a circa tre chilometri dal luogo del delitto. E allora, in certi momenti, anche per chi lo ascolta è difficile sostenere il suo sguardo. Quello di un padre attonito che chiede giustizia per il figlio, ucciso otto giorni fa all’Appio Latino per chi indaga in una compravendita di droga finita male. Il pensiero fisso è per la fidanzata del 24enne, Anastasiya Kylemnyk, personaggio-chiave di tutta la storia. «Se ci ha mentito, allora è meglio di un’attrice di Hollywood», spiega il papà di Luca. (Continua…..)

«Per noi è come una figlia, ci siamo abbracciati a lungo, abbiamo pianto tutti insieme, dopo essere stata dimessa dall’ospedale è venuta a dormire da noi. Non aveva più il collarino ortopedico. “La camera di Luca sarà la tua”, le ho detto – rivela ancora Sacchi -. Poi da sabato scorso ci siamo sentiti solo per telefono. Non so perché. Credo – si augura – che con questa storia non c’entri niente, altrimenti a dolore si aggiungerebbe dolore. So che faceva la baby sitter, che lavorava in un ristorante dove i clienti le affidavano i bambini, quindi perché non avere fiducia di lei». Domanda dopo domanda affiorano dettagli sul personal trainer. «Luca era un ragazzo pulito, un atleta. Non faceva uso di droghe, lo testimonia il fatto che ci hanno fatto donare gli organi. Non aveva problemi di soldi, si occupava di una casa-vacanza che gli avevo affidato dopo gli studi – racconta il ristoratore di via delle Coppelle, in centro -. Ma non indagavo sui suoi amici, anche perché erano quasi tutti di vecchia data, tutte persone perbene. Uno, Nicholas, studente in Spagna, è svenuto alla notizia della morte di mio figlio. Da cinque-sei mesi mi aveva detto che fra le frequentazioni c’era anche Giovanni Princi, già suo compagno di scuola. Andavano insieme a Latina a correre in moto in pista, preferivo così perché è più sicuro che in strada. Lui a casa nostra non è mai venuto». E ancora: «A Luca ho sempre detto di non fidarsi troppo delle persone, e di stare attento a suo fratello minore».

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