Ornella Muti: “Con me ci hanno provato quasi tutti, ho passato la vita a difendermi dagli uomini”

di Redazione

Ornella Muti: “Con me ci hanno provato quasi tutti, ho passato la vita a difendermi dagli uomini”

| giovedì 17 Agosto 2023 - 23:55

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Ornella Muti: “Con me ci hanno provato quasi tutti, ho passato la vita a difendermi dagli uomini”

Ornella Muti in un’intervista a “La Stampa” ha parlato della sua straordinaria carriera costellata da collaborazioni importanti: Mario Monicelli, Marco Ferreri, Dino Risi, Stefano Vanzina, Luigi Magni, Ettore Scola.

Ha lavorato anche con Francesco Nuti, scomparso di recente. Due film insieme: “Tutta colpa del paradiso” e “Stregati”. Di lui dice: “Era una persona sensibile e un grande attore, capace di rileggere la comicità toscana in una chiave personale, malinconica”. “La sua morte è stata un dolore – aggiunge – Chissà, forse si portava dietro pezzi pesanti della sua storia personale, che alla fine l’hanno trascinato a fondo”. L’attrice parla anche del MeToo e del rapporto tra donne e uomini. Cita Woody Allen che difende e dice: “Lui è un grande autore, che con i suoi dialoghi serrati ha cambiato il modo di fare cinema. E comunque non è mai stato condannato per nulla. Gli americani sono speciali nell’arte dello scagliare la prima pietra, come se fossero tutti senza peccato. Se facesse cinema solo chi è immacolato non lavorerebbe più nessuno”. Secondo Ornella Muti, il movimento MeToo ha cambiato il mondo del cinema: “Diciamo che ha messo sul chi va là molti personaggi del cinema. Io stessa sull’argomento ne avrei da raccontare. Anche qui però si è andati oltre. Oggi gli uomini non sanno più come provarci, se ci fanno una carezza sul braccio hanno paura che li denunciamo. Il che è assurdo”.

Ornella Muti (Foto Instagram)

La nascita di Naike: “Avrei dovuto abortire per fare un film? Assolutamente no”

Ornella Muti confessa di aver avuto sin da giovanissima un rapporto con il mondo maschile. “Ho perso mio padre che non avevo neanche 12 anni, mi sono affacciata alla vita da ‘zoppa’, senza sapere chi sono gli uomini”, racconta in un’intervista rilasciata al settimanale “Oggi”. Da moltissimi uomini, ricorda, si è dovuta difendere: “Con me ci hanno provato quasi tutti, ho passato la vita a difendermi dagli assalti degli uomini”. L’attrice è diventata mamma quando era ancora giovanissima della primogenita Naike Rivelli e confida di avere lottato strenuamente per portare avanti quella gravidanza: “Avevo 18 anni. In Italia l’aborto era illegale, all’estero si poteva fare tranquillamente e persino il mio agente cinematografico di quel periodo me lo consigliò, perché dovevo girare un film. Avrei dovuto abortire per fare un film? Assolutamente no”. Con Naike, ancora oggi, ha un rapporto simbiotico: “Ho sempre sentito la necessità di averla vicino. Lei si dedica molto a me: mi gestisce tante cose nel lavoro, ad esempio. Quando è nata, non solo ero piccola di età ma soprattutto piccola di testa. Forse per questo ho ancora dei tratti infantili”.

Naike Rivelli e Ornella Muti (Foto Instagram)

“Berlusconi mi portò in tv ma tornando indietro non lo rifarei”

L’infanzia dell’attrice è stata segnata dalla perdita del padre: “Troppo presto, ero riservata, ricordo che non mi piaceva parlarne a scuola. Quella mancanza ha segnato la mia vita. Eravamo tre donne, mia madre era straniera. Non era facile”, ha svelato in un’altra intervista a “La Repubblica”. La sua adesso è una famiglia numerosa e molto unita: “Mia figlia Carolina ha perso il compagno, con due bimbi piccoli. Siamo una famiglia che si dà una mano, tutta, sempre, ne vado fiera”. Il cinema è arrivato presto nella vita di Ornella Muti, quando aveva appena 14 anni. Il suo vero nome è Francesca Romana Rivelli: “Il cognome andava cambiato perché c’era Lisa Rivelli. Damiani però mi ha cambiato anche il nome. Peccato”. Tra gli altri, Ornella Muti ha lavorato anche con Massimo Troisi, nel film di Ettore Scola: “Massimo dopo il film mi chiamò: ‘Vado a Houston per un controllo, vediamoci quando torno, noi del segno dei Pesci’. Era sensibile, aveva fame di vita e un senso di precarietà legato alla sua condizione”. Cinema, ma anche televisione. A portarla sul piccolo schermo fu Silvio Berlusconi: “L’ho conosciuto prima che entrasse in politica. Venne in Svizzera per convincermi a fare ‘Premiatissima’. Gli dissi: ho Carolina appena nata, allatto. Lui fece abbattere una parete, creò un camerino dove potevo riposare, allattare. Ho fatto balletti e altre cose che non farò mai più”, conclude.

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