Un orso e un lupo che giocano sulla neve: succede in Abruzzo, dove l’incontro è stato fotografato dal naturalista Massimo Pellegrini della Regione Abruzzo, AdG (autorità di gestione) del Piano d’Azione nazionale per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano (PATOM). Un evento singolare che sembrerebbe confermare il ruolo del gioco, specialmente tra animali giovani, nel cercare un approccio e nel capire come rapportarsi, anche tra specie diverse. Abbiamo chiesto a Pellegrini di raccontarci l’esperienza vissuta tra il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e la riserva naturale Monte Genzana, al di fuori di aree protette.
“Stavo facendo una camminata con il mio cane in una zona di pascolo, per osservare aquile reali e grifoni. Circa 500 metri prima avevamo incrociato un branco di cavalli, una ventina di giumente che si stavano abbeverando insieme ai puledri, nati da poco, con i quali il lupo non ha interagito in alcun modo. Subito dopo ho visto due animali su un crinale e grazie al binocolo ho riconosciuto un lupo e un orso, a pochi metri di distanza tra loro. Così ho iniziato a fotografare, con la certezza che sarebbero subito scomparsi come succede in questi casi”, racconta Pellegrini. Ma non è stato così, e si è presentata l’occasione di riprendere l’interazione tra i due animali.
“Prima il lupo e poi l’orso, mantenendosi a una distanza tra i dieci e i venti metri tra loro, sono scesi in una valletta che si trovava tra la mia posizione e il crinale. Lì il lupo si è fermato e si è letteralmente seduto su una lingua di neve, vicino a dei faggi. L’orso l’ha raggiunto e ha iniziato a rotolarsi e scivolare sulla neve, come un bambino sulla slitta. Mentre era intento in questo saliscendi il lupo lo seguiva, lo rincorreva. Quando l’orso si è fermato, a pancia all’aria, il lupo si è avvicinato di più e si è inchinato con le zampe anteriori abbassate, come fanno i cani quando invitano al gioco”.
Gli animali si sono accovacciati più volte vicini tra loro, l’orso non ha mai reagito in modo aggressivo ma si girava a osservare il lupo. “Che aveva sempre la coda in mezzo alle gambe”, sottolinea Pellegrini, “giocoso e, anche lui, mai aggressivo. Il tutto è durato circa venti minuti, anche se all’inizio pensavo che avrei assistito a una scena del tutto diversa. Credevo stessero andando verso una risorsa alimentare: qui è normale vedere più lupi, un orso e una volpe contendersi una carcassa, anche se a dominare è sempre l’orso. Invece niente, c’era solo la neve. Dopo un po’ ho provato ad avvicinarmi ma il lupo mi ha visto e si è subito allontanato in un trotto leggero, senza iniziare a galoppare, imitato lentamente anche dall’orso. A quel punto me ne sono andato, per non disturbarli”.
Osservare un comportamento come questo è un evento raro, probabilmente legato al fatto che entrambi gli animali sono giovani. “A giudicare dalla forma del corpo e dalle zampe slanciate l’orso avrà tre o quattro anni, mentre il lupo un anno o qualcosa di più. I lupi si riproducono tra aprile e maggio quindi questo potrebbe essere nato con le ultime cucciolate e avere 12-14 mesi. Certamente non è anziano”, conferma Pellegrini. “Non sono più cuccioli, ma in una fase della vita in cui non sono nemmeno territoriali. Il gioco permette loro di capire come interagire, una sorta di ‘stretta di mano’. Dal punto di vista etologico è un comportamento verosimile”, anche se estremamente raro da osservare.
Lo conferma Paolo Ciucci, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie all’Università La Sapienza di Roma. “Magari il comportamento è più frequente di quanto ipotizziamo, ma di certo è difficile riuscire a documentarlo in natura, perlomeno qui da noi. Negli Stati Uniti e nel Nord Europa, ad esempio, orsi e lupi sono stati osservati e ripresi mentre mangiano vicini tra loro, con livelli di tolleranza quasi sorprendenti”. Specialmente nei lupi, spiega il ricercatore, i giovani hanno meno aggressività latente e maggior interesse a esplorare le reazioni di altre specie. Ma vederli giocare così resta un evento molto raro.
“L’aspetto particolarmente divertente è che il lupo sfrutta con l’orso lo stesso linguaggio posturale che usa con i suoi simili, assumendo la posizione dell’inchino giocoso, con la schiena inarcata e le zampe anteriori abbassate. È un messaggio di meta-comunicazione, sta dicendo ‘non sono aggressivo, voglio giocare’ e l’orso rimane lì, più che tranquillo. Il che ci fa supporre due cose: una è che probabilmente, in quanto giovani, potrebbe essere la loro prima esperienza di interazione con un’altra specie. La seconda è che la presenza simultanea di orso e lupo, un evento raro di per sé, forse era legata alla vicinanza di una fonte di cibo di cui non siamo a conoscenza”.
Dunque erano entrambi già a pancia piena, infatti “dubito sarebbe accaduto lo stesso tra due maschi adulti, che di rado interagiscono in questo modo. Anche se per ora si tratta di pochi casi aneddotici, in Abruzzo ci è capitato di osservare che, anche in presenza di un branco di cinque o sei lupi, una volta arrivato l’orso la preda è sua”. Per assistere all’aggregazione di specie diverse che si nutrono davvero insieme, spiega Ciucci, è necessario che non ci sia un’importante competizione per il cibo. “Il che può accadere in condizioni altamente artificiali, ad esempio presso i carnai allestiti anche a scopo fotografico, dove capita di osservare orsi che mangiano insieme ai cinghiali o condividono il mais con i cervi”.