«Oseghale non ha ucciso Pamela, sconta la colpa di essere un nigeriano»

di redazione

«Oseghale non ha ucciso Pamela, sconta la colpa di essere un nigeriano»

| mercoledì 15 Maggio 2019 - 21:33

Condividi su:

Facebook Twitter
«Oseghale non ha ucciso Pamela, sconta la colpa di essere un nigeriano»

Da un estratto di PicchioNews.it: Quella di oggi è l’ultima udienza del processo che vede imputato Innocent Oseghale, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Macerata, per l’omicidio di Pamela Mastropietro, prima del 29 maggio, giorno in cui verrà pronunciata la sentenza definitiva di primo grado nei confronti del 30enne nigeriano. In aula, questa mattina, i due difensori di Oseghale, i legali Umberto Gramenzi e Simone Matraxia, hanno presentato la loro arringa di difesa dopo che, nell’udienza di mercoledì scorso, il Procuratore Giovanni Giorgio, il pm Stefania Ciccioli e le parti civili Mastropietro, Villa Potenza e Comune di Macerata hanno chiesto l‘ergastolo per l’imputato.

Non ci è piaciuto il richiamo dell’operato dei difensori che non hanno fatto altro che il loro lavoro in maniera onesta. Siamo stati i primi a non voler dilungare il procedimento e non abbiamo fatto perdere tempo alle indagini. Non tollero il sindacato sulle nostre scelte difensive” – inizia con uno sfogo l’arringa di Simone Matraxia, uno dei due legali di Innocent Oseghale. “Spetterà a me ricostruire il reato di violenza sessuale sotto il profilo del movente e della sussistenza e poi l’omicidio sotto il profilo medico legale – ha continuato il legale -. L’iter di questo processo è stato ondivago, incerto e dubbioso, fatto di improvvise accelerazioni e altrettante retromarce: un quadro probatorio che destra incertezza e fatto di un forte clamore mediatico.

Un valore mediatico dato dalla morte assurda, drammatica e incomprensibile e dalla nazionalità dei soggetti implicati: tutto ha alimentato in maniera spropositata la vicenda per consegnare alla giustizia e all’opinione pubblica i responsabili. Tutto ciò non ha giovato alla verità sostanziale in un’ottica di forsennata ricerca del colpevole.”

“A ciò si aggiunge l’irruzione di soggetti di spessore criminale che si sono anche vantati di ciò che hanno commesso: mi riferisco al Signor Vincenzo Marino, un mitomane e un protagonista. È difficile quindi collegare l’imputato all’omicidio dando rilievo a tali soggetti come portatori di verità, ce lo insegna il processo Meredith – ha continuato Matraxia che, rivolgendosi alla Corte ha proseguito -: mi auguro che la valutazione di Marino venga considerata pari a zero.”

“La droga è stata ceduta da Desmond Lucky con un contributo concorsuale dell’imputato e questo ce lo dimostrano le intercettazioni – prosegue Matraxia -: le stesse parlano di ‘droga- veleno, di una cosa non buona’.” “Nessuno era presente quando tutto è successo e quindi non potremmo mai ricostruire ciò che è accaduto – le parole del legale della difesa -. In tre casi su quattro (tre presso il Gip di Macerata e uno presso il Tribunale delle Libertà di Ancona) il reato di violenza sessuale nei confronti dell’imputato è stato respinto.”

Matraxia ha poi proseguito “è indispensabile un’operazione mentale per valutare serenamente ciò che è accaduto: mettete da parte quelle immagini che sono state proiettate in aula perché non sono collegate al reato di omicidio, non vanno collocate nella dinamica omicidiale .” Gli avvocati della difesa hanno chiesto l’assoluzione per i reati di omicidio e violenza sessuale e il minimo della pena per i reati di vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere.


HOW TO DO FOR
©How To Do For - Tutti i diritti riservati